INTERVENTI BENI MOBILI E IMMOBILI

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Per gli edifici e/o beni di proprietà di un Ente ecclesiastico, il Legale rappresentante, valuti con il Direttore dell’Ufficio Diocesano  beni culturali e dell’edilizia di culto l’iter appropriato da seguire, per definire l’intervento da eseguire, il progetto da presentare, la richiesta di finanziamento a cui accedere e le necessarie autorizzazioni ecclesiastiche e non da ottenere.

Qualsiasi intervento di restauro, soprattutto architettonico, su beni mobili ed immobili di proprietà ecclesiastica, è da ritenersi un atto di straordinaria amministrazione. Pertanto è indispensabile richiedere presso l’Ufficio Amministrativo della Diocesi l’apposita licenza canonica.

Cosa fare per aprire una pratica di restauro e prima di effettuare qualsiasi intervento su beni mobili ed immobili di proprietà ecclesiastica:

  • Richiedere il sopralluogo del Direttore dell’Ufficio beni culturali e dell’edilizia di culto e se necessario in via preliminare quello della competente Soprintendenza;
  • Richiedere la licenza canonica presso l’Ufficio Amministrativo della Diocesi;
  • Incaricare:
    1. (per i beni immobili): formalmente un architetto per redigere il progetto di restauro;
    2. (per i beni mobili): un restauratore abilitato per redigere il progetto di restauro;
  • Inviare all’UBC copia digitale ed integrale del progetto di restauro debitamente firmata e timbrata dal committente (legale rappresentante) e dai tecnici incaricati (in formato pdf e anche in dwg [per i restauri architettonici]);

Il progetto architettonico dovrà essere completo di: [vedi allegato]

Il progetto su beni mobili dovrà essere completo di:

  1. Relazione tecnica illustrativa comprendente:
  • il quadro storico sull’opera (meglio se documentato);
  • le motivazioni che determinano il particolare intervento, sulla base dell’anamnesi dello stato di fatto e delle cause che originano il progetto;
  • la descrizione dei materiali e delle caratteristiche esecutive dell’opera;
  • l’indicazione dettagliata dei danni, usure ed ogni situazione anomala riscontrati, nonché di precedenti restauri documentati;
  • una descrizione dell’intervento che si propone con particolare riguardo alle tecniche, ai materiali e alle modalità esecutive da adottare, nonché la specificazione se l’intervento prevede o meno che il bene venga spostato;
  • il preventivo di spesa, dettagliato.
  1. Documentazione fotografica esaustiva, con dettagli delle parti ammalorate.
  • La Commissione Arte Sacra esamina il progetto, valuta la sua congruità in relazione ai criteri liturgici e artistici espressi dalle norme e dalle indicazioni CEI, nonché gli aspetti tecnico-esecutivi ed esprime il parere finale evidenziando, se necessario, opportune osservazioni;

(N.B. Per la discussione di progetti di adeguamento liturgico, si provveda a presentare preventivamente all’Ufficio Beni Culturali un rendering tridimensionale.)

  • Ricevuto il parere favorevole della Commissione, l’UBC provvede ad inoltrare la pratica alla competente Soprintendenza per l’ottenimento del parere di legge che una volta ottenuto sarà trasmesso dall’UBC al committente e al tecnico incaricato.
  • Tra l’invio del progetto in Soprintendenza e l’ottenimento del parere di legge passano massimo 120gg. Nel caso di lavori dettati da scadenze di vario tipo si tenga in debito conto dei tempi necessari per il rilascio del parere.
  • Ottenuta l’autorizzazione di legge, il tecnico comunicherà per iscritto all’UBC l’inizio dei lavori i quali potranno iniziare effettivamente dopo 15gg dall’inoltro della comunicazione all’UBC;
  • Durante il corso dei lavori il tecnico ha il dovere di redigere un diario giornaliero di cantiere e ogni sopralluogo con la competente Soprintendenza potrà essere richiesto solo esclusivamente per il tramite dell’UBC;
  • Le varianti in corso d’opera vanno concordate con l’UBC prima della loro realizzazione e per questo è obbligatorio presentare sempre per il tramite dell’UBC richiesta alla Soprintendenza di competenza;
  • A lavori conclusi, bisogna presentare all’UBC in formato digitale la relazione firmata e timbrata dal tecnico, con le foto prima e dopo l’intervento di restauro effettuato, con la certificazione di buona esecuzione dei lavori e la dichiarazione di fine lavori e di chiusura del cantiere.

Si ricorda che per gli interventi di restauro su beni artistici mobili, le ditte da incaricare devono avere la categoria OS2 e devono essere iscritte nell’elenco ufficiale delle ditte autorizzate dal Ministero dei Beni Culturali. Mentre per l’esecuzione di interventi su beni immobili, le ditte da incaricare devono avere la categoria OG2. Si ricorda di incaricare ditte di comprovata esperienza ed in possesso di adeguata solvibilità economica.