OMELIA DELL’ARCIVESCOVO NEI FUNERALI DI MARGHERITA, ROSA E MARCO DECEDUTI IN UN INCIDENTE STRADALE

Bisceglie, 12 aprile 2025, Chiesa di San Giuseppe

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«AFFIDIAMO AL SIGNORE  MARGHERITA, ROSA

E IL PICCOLO MARCO»

 

Omelia dell’Arcivescovo nei funerali di Margherita, Rosa e Marco

deceduti in un incidente stradale *

 

Bisceglie, 12 aprile 2025, Chiesa di San Giuseppe

Arcivescovo Omelia funerale Margherita Rosa e Marco

“Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?”.  Sono le parole del  salmo 21! L’autore biblico le rivolge a Dio, non perché abbia perso la fede nell’esistenza  e nella presenza di Dio! “Queste sono le parole del mio lamento”, così continua l’autore della preghiera.  Questi sta  vivendo un momento drammatico nella sua vita;  un momento di sofferenza, di dolore, di fallimento!  E nella preghiera  con queste parole esprime la sua sofferenza a Dio.

“Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?”: sono le parole che accompagnano la nostra vita, che accompagnano anche questo momento così difficile, di dolore, di lutto, prima di tutto per i famigliari di Rosa, Margherita e il piccolo angioletto Marco! Ma esprimono anche il dolore di un’intera comunità, della comunità di Bisceglie e non solo!

Questa preghiera poi finisce un con atto di affidamento, che certo non cancella il dolore umano, ma pone questo dolore nel cuore di Dio!

Non ci sono parole adeguate  per consolare da certi dolori  che lasciano un segno profondo  e accompagneranno tutto il resto della vita,  ma possiamo affidare questo dolore al cuore paterno di Dio: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato,  perché accade tutto questo,  perché questi drammi, perché questo dolore?”.

Queste parole, mi sembra importante ricordarlo,  sono le stesse che Gesù,  nel racconto di San Marco,  pronuncia sulla croce poco prima di morire! Anche Gesù prega così! Anche Gesù dice: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?”.  Anche Gesù, umanamente, sperimenta il dolore,  il fallimento,  l’abbandono!  Sono parole che  ci fanno sentire Gesù, in modo particolare, vicino, a noi, a voi, familiari. È un Gesù che può comprendere, lui solo,  a fondo il momento che state vivendo! Sono sue queste parole:  “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato”.  Vogliamo stringerci allora tutti attorno a voi,  senza parole,  ma con la nostra preghiera,  con la nostra amicizia, con il nostro affetto!  Affidando Rosa, Margherita e Marco alla misericordia di Dio  e affidando anche il vostro dolore alla speranza che soltanto Dio può seminare nei nostri cuori.

Le letture che abbiamo appena ascoltato sono quelle della Domenica delle Palme,  la Domenica di Passione! Con questa celebrazione iniziamo  la Settimana Santa,  che percorreremo tutti insieme,  con tutto quello che portiamo nel cuore, accompagnati da Gesù,  verso il Calvario, verso la Croce. E lo facciamo chiedendo nella preghiera,  domandando al Signore  che rafforzi dentro il nostro cuore la speranza cristiana, che la morte non è l’ultimo atto della vita.

Gesù è risorto! Ed è risorto come primizia! Noi tutti siamo accompagnati da questa speranza,  che è una speranza certa,  perché è fondata sulla persona di Gesù. La speranza certa che tutti noi siamo chiamati alla risurrezione,  alla vita eterna! E se ora ci rattrista la certezza di dover morire,  se ora siamo segnati dal dolore del lutto  per la perdita dei nostri cari,  lasciamo che il Signore metta dentro di noi la speranza per la quale che tutti risorgeremo e tutti ci incontreremo di nuovo! Che tutti viviamo in Dio!  E ora anche Rosa, Margherita e Marco vivono,  vivono in Dio,  nella vita eterna,  nella vita dove non ci sono più lacrime,  né dolore, né sofferenza.

Continuiamo questa celebrazione della messa accompagnati da una parte da questa preghiera di lamento,  perché il lamento è anche una preghiera  vissuta nella fede: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?”; ma anche con questa speranza e fiducia nel cuore,  come fa Gesù Padre: “Nelle Tue mani affidiamo il nostro spirito,  affidiamo il nostro dolore,  affidiamo Rosa, Margherita e Marco”.

 

* Trascrizione dal parlato