Piviale

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Autore /Ambito manifattura romana
Datazione seconda metà XIX secolo
Materia/Tecnica teletta d’oro di seta bianca, con applicazioni in metallo e pietre dure, ricamata con fili d’oro
Misure 420×140 cm
Provenienza cattedrale di santa Maria Maggiore
Descrizione Il piviale, tessuto in teletta d’oro di seta bianca, è decorato da un preziosissimo ricamo in oro che utilizza tutta la vasta gamma delle tecniche relative allo stesso: tirato, filato, riccio, lamellare, canutiglia; rilevato e reso tridimensionale da imbottiture. I punti di fermatura in filo di seta dei filati metallici preziosi sul tessuto di base sono realizzati in modo da creare effetti di disegno. Alcuni particolari, fiori e parte dei nastri, sono sottolineati con variazioni di colore (oro giallo, bianco, rosso) ed anche, nei disegni dei fiori e dell’uva, sono inserite sfere metalliche e pietre dure. Scrive nel 1478 Guillelmi Duranti nella sua opera: “Rationale divinorum officiorum” a proposito di questa veste liturgica (chiamata anche pluviale o cappa): “si pensa che derivi dalla tunica descritta nell’Antico Testamento: come quella era adorna di sonagli, questa lo è di frange, che rappresentano le fatiche e le preoccupazioni di questo mondo. Essa ha anche un cappuccio, che sta a significare la gioia suprema. . . Il pluviale . . . viene indossato solo nelle festività solenni, per celebrare la risurrezione futura . . . esso è completamente aperto e privo di cuciture, a eccezione della sola fibula, in quanto i corpi, divenuti ormai spirituali, non saranno più angosciati dalle sofferenze”. Niente meglio del nostro piviale può rendere il senso di questa descrizione simbolica. Una maestria tecnica eccezionale svolge un racconto splendente di luce. Il manto è decorato da motivi a nastro e vegetali di vario spessore e, al centro, da festoni di rose; i fiori sono fortemente rilevati, quasi tridimensionali. Il cappuccio porta, in rilievo al centro, il Sacro Cuore di Gesù coronato di spine, fiammante in alto e sormontato da una croce; tutt’intorno una raggiera. Il bordo è decorato da motivi vegetali con due nappe agli angoli in alto e definito da una pesante frangia. Lo stolone aggiunge ai motivi già presenti sul manto grappoli d’uva e spighe di grano di chiara simbologia eucaristica; è sottolineato tutt’intorno da una stretta cornice in cui si alternano piccoli quadripetali a un doppio motivo ad esse.                                   Luigi Nunzio Dibenedetto