Le conversioni della fine del XIII secolo non distrussero del tutto in Trani la presenza ebraica. Essa lentamente si riprese e con gli Aragonesi, divenuti nel 1442 nuovi signori del Regno, la comunità diventò una delle più importanti di Puglia. In essa, tra gli altri, operò e vi morì nel 1450 il dotto maestro, traduttore e copista Tanhum ben Mosè da Beaucaire. Un copista tranese, Iosef ben Nathan ben Shemuel Zarfati, era attivo a Napoli negli anni 1480 e 1484. Verso la fine del secolo XV ricomparvero nella città fermenti di intolleranza. Gli ebrei denunziarono nel 1492 che ‘la ragazzaglia’ impediva loro a sassate di pregare nelle sinagoghe. La denuncia si ripetè nel 1494, e l’inchiesta appurò che a fomentare le violenze era il vicario episcopale: la Camera della Sommaria intervenne, condannando in particolare le sassaiole contro gli ebrei e le loro abitazioni che avvenivano durante la Settimana Santa. La situazione peggiorò nel 1495, quando Carlo VIII di Francia invase il Regno. I beni dei neofiti furono sequestrati e ben 120 famiglie fuggirono a Barletta, Giovinazzo e altri paesi vicini.
A Salonicco riparò l’ebreo di origine spagnola maestro Mosè ben Iosef Trani (1500-1580), padre del grande rabbino Iosef ben Mosè Trani, detto Maharit (1568-1639).
In cambio dell’aiuto ottenuto contro i francesi,nel 1496 Ferrante II d’Aragona cedette in pegno Trani a Venezia, che la tenne sino al 1509. Fu questo un periodo di relativa calma, durante il quale abitò nella città il dotto siciliano Rabbi Hayyim ben Shabbetay Yona. Nel 1506 egli vi copiò il ‘Siddur’ del grande maestro Amram Gaon (vissuto in Babilonia nel IX secolo), il più antico formulario di preghiere quotidiane a noi giunto.
Nel 1510 gli ebrei e i neofiti di Trani dovettero lasciare la città per volontà di Ferdinando il Cattolico, nuovo sovrano del regno di Napoli. A questa data i nuclei ebraici stabili in Trani erano 15, quelli avventizi 32; i nuclei cristiani -comprese 30 famiglie di albanesi – erano 843. Alcuni neofiti riuscirono a dimostrare la loro ortodossia cattolica e poterono restare. In tutto il Regno fu permesso anche di restare a circa duecento famiglie ebraiche facoltose per sovvenire ai bisogni del popolo. Le necessità economiche spinsero gli spagnoli, di lì a qualche anno, a favorire il ritorno degli ebrei e a legalizzare la loro presenza. La comunità di Trani è di nuovo attestata nel 1518 e perdurò sino al 1541, anno dell’espulsione definitiva degli ebrei dal Viceregno voluta da Carlo V.
Negli anni 1539-1541 erano attivi a Trani Helya de Moyse e suo figlio Rafael, Iacob de Helya e suo figlio Sciabadullo: essi negoziavano in stoffe, frumento e vino, come attestano numerosi atti del registro di Nicola De Fabritiis, notaio tranese di quel tempo.
Un tentativo di riammissione degli ebrei nel regno di Napoli (ridivenuto indipendente dopo la battaglia di Bitonto del 1734) fu compiuto da Carlo VII di Borbone nel 1740, ma l’ostilità, in particolare degli ambienti religiosi, indusse il re a decretare nel 1747 una nuova espulsione. Nel 1830, sotto Ferdinando II di Borbone, gli ebrei saranno di nuovo nel Mezzogiorno, avviando un nuovo capitolo della loro storia con epicentro Napoli.
Foto: Ultima pagina del manoscritto del Siddur di Amram Gaon (d. 875 ca.), il più antico formulario di preghiere quotidiane noto, copiato a Trani nel 1506 da Rabbi Hayym Yonah (Jewish Theological Seminary of America, New York).
Le due righe finali recano il colofone:
«Scritto della mia mano destra di me Hayym figlio dell’onorato maestro rabbi Shabbetai della famiglia di Yonah, qui in Trani, e l’ho completato la notte del giorno primo [della settimana] il 21 del mese di Marheshvan, l’anno 5267 dalla creazione del mondo [= 8 novembre 1506, domenica] … ».In the first half of the 11th century Trani was home to a large Jewish community. Various sources lead as to believe that they had originally come from Spain after fleeing from the Almohadi, rigorous Muslims of Berber origins.
The Jews from Bari, probably sought shelter in Trani after William the Bad destroyed the city in 1156 as a punishment for rendering to the Byzantine Emperor Manuel Comnenus.
In his journey from Europe to Asia from 1156 to 1166, Benjamin bar Jonah, a Jew from Tudela (Navarra), kept a travel diary (Sefer Massa’ot). He wrote:
“It takes two days to arrive from Ascoli to Trani.
The city is situated on the seaside, where all the piligrims gather to go to Jerusalem; for the port is a convenient one. The Israelite community is of about two hundred, at their head being Rabbi Elijah, Rabbi Nathan, the expounder, and Rabbi Jacob. It is a grate and beautiful city”.
The Emperor Henry VI, in 1195, confirmed the Church rights dating back to the reing of King William.
That is the tithes of Trani and Barletta and the jurisdiction on the Jews of Trani, specifying that their annual tax wasn’t to be over 37 and 2/3 ounces of gold and weren’t obliged to pay anything else.
The privilege was confirmed in the year 1221, when Fredrik II Hohenstaufen prohibited Christians and Jews to testify against one another. In 1231 the emperor granted the kingdoms entire silk monopoly to the Jews of Trani Curulia and his associates.
In the Costitutions of Melfi (Liber Augustalis, 1231) the Jews were also granted the monopoly on interest loans, prohibited for Christians By Church laws.
In 1238, after an accurate investigation which followed an infanticide charge in Fulda, Germany, the Emperor prohibited Christians to accuse Jews of murdering them in order to obtain blood for the Passover rituals or for remedies.
The Normann-Hohenstaufen era was the most serene for the Jews in Trani. The jurist Cesare Lambertini (1475-1561), tells us that they had four synagogues, the last of which was completed in 1247.
There was a bloom of successful Talmudic studies and scholars as shown by the name Mi-Trani “from Trani”, given to two of the most important teachers of the 12th-13th centuries: Isaiah ben Mali “the elder”, born around 1180 (he was rabbi in Venice) and his grandson Isaiah ben Eliyah, “the young one”, rigorous and contrary in using Greek philisophy when explaining Torah.
The serenity of the Jewish community in Trani was upset with the beginning of the Angevin domination and when the teacher Manuforte converted to Christianity in 1267.
The Court assigned him with six ounces of gold, to be obtained from the earnings of the dye-works.
Manuforte had revealed curses against Jesus and Mary in the Talmud and in the prayer books. He was given the assigment to find these texts and send them to the Court.
The ruthless proselytism of the Franciscans and Domenicans supported by the Angevin Court during the last decade of the 13th century destroyed much of Trani’s Jewish community. In 1294 the neophytes were 310.
Their conditions didn’t get any better becuse the Friars continued oppressing them and the Archbishops continued on demanding the same annual pecuniary contribute asked before the conversion.
The Court intervened many times in defence of the Jews and their descendants, in1413 King Ladislaus decided that two of the sixteen citizens elected to be the city’s administrators every four months were to be neophytes.
Photo: Seal of Frederick II of Hohenstaufen in red wax datable to 1197-1212.