Croce capitolare: A. croce; B. pomo e asta

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Autore /Ambito A. bottega dei Conte; B. V. Romaniello
Datazione A. seconda metà XVII secolo; B. secondo, terzo quarto del XIX secolo
Materia/Tecnica A. anima in legno, argento con parti a fusione, sbalzato, cesellato e inciso; B. anima in legno, argento sbalzato e cesellato
Misure A. 62×33 cm; B. 207×16,5 cm
Marchi e stemmi B. V. Romaniello
Iscrizioni A. FRANCIS CUS ANT TONIUS DE LUCA ARCHIEPISC OPUS NA ZZARENU S
Provenienza chiesa di santa Maria di Nazareth
Descrizione La croce capitolare è costituita da un’anima in legno rivestita da lamine in argento; presenta bracci levigati, profilati, sia sul verso che sul recto, da una sottile cornice, anch’essa liscia. Alla sommità e agli estremi della traversa ci sono terminazioni trilobate decorate con testine di angeli fra coppie di volute e perline; sui tre lati liberi si inseriscono tre piccoli puntali a forma di giglio, di cui quello centrale mancante. Simile motivo presenta l’innesto della croce sul pomo, solo che qui la protrome alata è chiusa in un calice formato da due lunghe foglie il cui costone è sottolineato da un filare di piccole perle. All’incrocio dei bracci, inseriti negli angoli, quattro puntali gigliati, a tutto tondo. Il verso è privo di decorazioni; sul recto l’elegante figura del Cristo viene accolta dalla croce, il tutto disegnato secondo i canoni tradizionali: il capo reclinato, gli occhi chiusi, la ferita della lancia nel costato, il leggero perizoma, i piedi incrociati. Manca in alto il cartiglio con la scritta “INRI”, anche se un segno sull’argento fa supporre che dovesse esserci. Sul montante, in basso, al di sotto dell’usuale teschio con due ossa incrociate, è incisa l’ iscrizione: FRANCIS CUS ANT TONIUS DE LUCA ARCHIEPISC OPUS NA ZZARENU S; si tratta di Francesco Antonio De Luca, Arcivescovo di Nazareth dal 1667 al 1676. Una notevole similarità presenta la nostra croce con la croce processionale conservata nel museo parrocchiale di Santa Maria del Gamio in Saracena (Cosenza); identica l’impostazione della decorazione, la profilatura dei bracci, le inserzioni agli incroci dei bracci, le terminazioni polilobate. Quest’opera di Saracena è stata datata alla seconda metà del XVII secolo e attribuita alla bottega dei Conte, in base a documenti d’archivio e alla sua affinità con altre opere della stessa bottega, come quella di Castrovillari firmata da Giuseppe Conte e datata 1667. Sulla scia delle identiche considerazioni possiamo a ragione ritenere la croce di Barletta proveniente dalla bottega dei Conte e datarla, anche in base all’iscrizione, alla seconda metà del XVII secolo. Non ci è dato di sapere se già in origine la croce fosse adattata ad uso processionale, o fosse piuttosto una croce d’altare; di certo ha subito notevoli manomissioni, di cui alcune recenti con l’inserzione di viti e bulloni. È stato, però, possibile risalire all’attuale sistemazione, che si può datare al secondo, terzo quarto del XIX secolo; infatti, sul pomo, decorato a gigli e foglie d’acanto lavorati a cesello, è leggibile il punzone dell’argentiere: V. Romaniello, attestato a Napoli fra il 1839 e il 1872.        Luigi Nunzio Dibenedetto