Calice e patena

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Autore /Ambito calice: Vincenzo Caruso; patena: argentiere napoletano non identificato
Datazione calice prima metà del XIX secolo; patena 1694
Materia/Tecnica argento sbalzato
Misure calice 25×12 cm
Marchi e stemmi calice: sulla base e sulla coppa: V.C.; V. Caruso; Croce N/ 8; barra orizzontale su N, emblema del saggiatore Gennaro Mannara; patena NAP coronato/94; G.A.S. e G.C.C.
Provenienza chiesa di san Cataldo
Descrizione L’elegante calice appartenente alla chiesa di san Cataldo è uno dei numerosi oggetti liturgici presenti nel museo realizzati da Vincenzo Caruso, argentiere napoletano patentato nel 1826 e già nel 1831 ritenuto tra gli “artisti distinti e di maggiore rinomanza”. I punzoni ripetuti chiaramente sulla base e sulla coppa confermano il nome dell’argentiere, mentre il bollo con croce, la N tagliata e l’8, oltre a restringere la datazione tra il 1839 e il 1872 – perché introdotto con il decreto di Ferdinando II del 4 marzo 1839 – ci indica anche il nome del saggiatore, Gennaro Mannara, che pone un taglio orizzontale sulla N di “nostrale”. Il calice con base tonda e liscia presenta su di un gradino una fascia orizzontale decorata con grandi fiori intervallati da bande trasversali lisce. La parte superiore del piede presenta un fitto motivo a girali e volute ed è chiuso da un nuovo ornato a fasce trasversali lisce alternate a quelle perlinate. Il fusto piriforme ripropone le stesse decorazioni del piede con alcune variazioni: al centro i motivi vegetali, alle estremità un ornato baccellato e perlinato e uno a fasce trasversali lisce alternate a quelle perlinate. La coppa appena allungata mostra un ampio sottocoppa riccamente decorato con elementi floreali e fogliame: chiude la decorazione una fascia leggermente aggettante che ripete il motivo delle bande trasversali e perlinate.

In esposizione con il calice una patena liscia, in argento, che risulta non pertinente: molto chiari infatti, risultano i punzoni che retrodatano la patena rispetto al calice di Caruso. Molto leggibile il bollo NAP coronato, al di sotto un numero a due cifre, decine ed unità, 9 4, che veniva utilizzato nel XVII secolo e che ci indicano la data 1694. Inoltre, evidenti in due riquadri distinti, le sigle G.C.C. e G.A.S., che dovrebbero essere il bollo consolare e il bollo dell’argentiere ad oggi non identificati.