Autore /Ambito | oreficeria napoletana |
Datazione | XIX secolo |
Materia/Tecnica | argento e argento dorato, a fusione, sbalzato, cesellato |
Misure | 32,8 cm |
Provenienza | cattedrale di santa Maria Maggiore |
Descrizione | Il calice del tesoro della cattedrale presenta una base conica ornata da due piccole fasce decorate con un semplice ornato fitomorfo, uno a palmette l’altro a rosette: sul piede sono adagiate in posizione seduta tre microsculture, raffiguranti personaggi dell’Antico Testamento con i consueti attributi iconografici: Melchisedek con il pane e il calice del vino che offrì a Dio, Mosè con le Tavole dei Dieci Comandamenti e Aronne con il turibolo. Le figure sono intervallate da decorazioni a fusione, che rappresentano teste d’angelo alate attorniate da ghirlande di fiori e melograni. Il disco di raccordo tra la base e il fusto presenta un raffinato ornato a palmette, mentre sul nodo decorato con grandi foglie d’acanto si innesta il fusto: esso presenta un’ardita forma a tempietto con sei colonnine lisce che custodiscono una figura a tutto tondo raffigurante l’Immacolata in argento dorato; la cupola del tempietto è decorata da un motivo a squame decrescenti disposte su quattro file. Il sottocoppa a listelli verticali accoglie la coppa dorata con la rappresentazione dell’Ultima Cena: i dodici Apostoli e Gesù Cristo seduti su una tavola imbandita sono resi con pose dinamiche e realistiche di grande effetto. La medesima forma e decorazione con le microsculture e i bordi fitomorfi del piede (in particolare identico è il motivo a rosette) si ritrovano nel calice, tutto in argento dorato, del Priore Francesco Saverio D’Elia conservato nel Museo Nicolaiano a Bari e datato 1858. Dalle caratteristiche formali e dal tipo di lavorazione, pur non avendo riscontrato la presenza di un punzone, possiamo agevolmente collocare questo calice nella produzione orafa di scuola napoletana del XIX secolo. |