Autore /Ambito | oreficeria napoletana |
Datazione | seconda metà del XVIII secolo |
Materia/Tecnica | argento sbalzato, cesellato, inciso, dorato |
Misure | 25×11 cm |
Marchi e stemmi | NAP coronato 7 |
Provenienza | chiesa di san Cataldo |
Descrizione | Il pregevole calice, di gusto vagamente rocaille, appartenente alla chiesa di san Cataldo presenta una base liscia leggermente mistilinea su cui si innesta un’elegante decorazione del piede: qui una serie di volute alternate a foglie incorniciano piccoli cartigli entro cui spicca un ordito a squame realizzato con una leggera punzonatura. Il fusto a sezione triangolare ripete un ornato con una grande foglia entro tre settori che culminano in tre volute aggettanti nella parte superiore. Un raffinato raccordo a piccole volute cede il passo alla coppa liscia leggermente allungata che presenta tracce di doratura; essa è impreziosita da un sottocoppa finemente lavorato con un intreccio di volute. Sulla base è ripetuto più volte il punzone NAP coronato ed è leggibile un sette, probabilmente una decina: si può dunque affermare che il calice è di manifattura napoletana e collocabile negli anni ’70 del XVIII secolo. Il bollo NAP coronato accompagnato comunemente da tre cifre – a volte quattro – viene utilizzato per tutto il 1700 – con alcune varianti soprattutto del disegno della corona che qui è poco leggibile – e fino al 1808 quando Gioacchino Murat abolì con un decreto le corporazioni degli orefici, apportando profondi cambiamenti nell’arte argentaria. |