Calice e patena

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Autore /Ambito ambito meridionale (?)
Datazione XX secolo
Materia/Tecnica ottone dorato, a fusione, sbalzato, cesellato, argento dorato (coppa e patena)
Misure calice 23,5 cm; patena 14.9 cm
Marchi e stemmi sulla patena FB entro ovale non identificato
Iscrizioni Archiep Iosepho M.ae Leo Quinquagesimum diem anniversarium initi sacerdotii solemniter celebranti/ Archidiocesis Barulen octavo calendas octobris 1937
Provenienza cattedrale di santa Maria Maggiore
Descrizione Il calice conservato presso il museo della cattedrale è stato realizzato nel secolo scorso quasi interamente in ottone dorato ad eccezione della coppa in argento dorato. Presenta una forma che allude a calici antichi nella base mistilinea ed esalobata, elementi che poi vengono riproposti, rinnovandoli, nella produzione argentiera del secolo scorso. Il piede è riccamente decorato nei sei settori in cui si alternano, ad un motivo a intreccio geometrico di volute e foglie che culminano in un elemento gigliato, tre raffigurazioni: il busto di san Ruggero, la Santa Casa di Loreto e lo stemma dell’arcivescovo Giuseppe Maria Leo che ha commissionato l’opera. San Ruggero è rappresentato entro un medaglione circolare, con i tipici attributi vescovili, la mitria e il pastorale; alla sua sinistra c’è un’aquila in volo che ricorda la leggenda secondo cui, riparandolo dal sole con le sue ali, avrebbe accompagnato il Santo in pellegrinaggio verso il Santuario di S. Michele Arcangelo sul Gargano. Sempre entro un tondo è rappresentata la Santa Casa di Loreto con gli angeli che avrebbero trasportato la casa di Nazareth della Vergine Maria a Loreto alla fine del XIII secolo. L’ultimo settore accoglie lo stemma arcivescovile di monsignor Leo: lo scudo è accollato ad una croce astile patriarcale trifogliata, posta in palo, accompagnata da mitria e pastorale, con il cappello prelatizio, i cordoni e le 20 nappe – dieci per parte – ad indicare la dignità arcivescovile; lo scudo troncato accoglie un leone rampante, caricato da una stella caudata. Il fusto sfaccettato è decorato con fiori quadripetali su ogni faccia ed è interrotto al centro da un nodo globulare ornato da tre fasce di racemi e volute, impreziosito, infine, dall’inserimento di quattro castoni ovali che accolgono ametiste e quarzi alternati. La coppa liscia e allungata è inserita in un sottocoppa decorato con croci greche e grappoli d’uva alternati e posti entro tondi. Come si legge sotto la base, il calice fu donato nel 1937 dall’arcivescovo Leo per il cinquantesimo anniversario del suo ordinamento sacerdotale avvenuto nel settembre 1887. Il calice è accompagnato da una patena liscia in argento dorato, con marchio FB entro un ovale che non è stato identificato, e presenta sulla parte concava come decorazione una grande croce punzonata con terminazioni lunate, probabilmente non parte dello stesso corredo liturgico. Non avendo rilevato marchi dell’argento o punzoni dell’argentiere sul calice non possiamo affermare un preciso ambito di produzione ma solo ipotizzare la datazione al secolo scorso in base alla donazione fatta dall’arcivescovo Leo.