Autore /Ambito | Vincenzo Caruso |
Datazione | prima metà del XIX secolo |
Materia/Tecnica | argento a fusione, sbalzato |
Misure | 31×28.5 cm |
Marchi e stemmi | sul piede bollo camerale entro riquadro con croce seguita da N/ 8, V. Caruso entro ovale |
Provenienza | chiesa di san Cataldo |
Descrizione | Pregevole pezzo di argenteria napoletana, il reliquiario conservato nella chiesa di san Cataldo si inserisce nella tipologia “a ostensorio”, in quanto la sua forma è totalmente assimilabile a quella dell’ostensorio eucaristico ed è una tipologia che si diffonde in epoca piuttosto recente. La base di insolita forma poligonale è retta da quattro piedini globulari. Su un bordo liscio si sviluppa una corposa decorazione ad ovoli su cui si innesta un motivo a volute ed elementi vegetali. Su un raccordo decorato con foglie d’acanto si pone un globo liscio su cui poggia il fusto figurato: una splendida scultura alata a tutto tondo con le braccia sollevate, sulla cui testa è poggiata la teca. La figura è ben realizzata nella veste mossa e nella posa armonica. Il ricettacolo romboidale è un tripudio di decorazioni: intorno alla teca vitrea – che custodisce la reliquia del santo – decorata con una fascia di elementi vegeto-floreali, si inseriscono volute, fiori, racemi intervallati da testine d’angelo a gruppi di tre nella parte inferiore, due ai lati, e una nella parte superiore. Chiude il fastigio una croce, con terminazioni frastagliate e raggi lanceolati e al centro un fiore quadripetalo. Il reliquiario reca il punzone sul piede, una croce seguita da N/ 8, (lettera “N” sta per “nostrale, e il numero “8“ è il titolo dei millesimi) un bollo di garanzia utilizzato per oggetti di culto, introdotto da Ferdinando II con legge del 4 marzo 1839 e rimasto in uso fino al 1872. Conosciamo anche il nome dell’argentiere, Vincenzo Caruso, autore di molti oggetti conservati nella chiesa di san Cataldo, attivo a Napoli a partire dal 1826. |