Emblemi della confraternita di san Cataldo

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Autore /Ambito oreficeria napoletana
Datazione A. XVIII secolo; B. XVIII secolo; C. XIX secolo (?)
Materia/Tecnica argento sbalzato, inciso
Misure A. 24×16 cm; B. 20×15.5 cm; C. 20×16.5 cm
Marchi e stemmi A. punzone NAP coronato; B. NAP coronato 789
Provenienza chiesa di san Cataldo
Descrizione Interessanti oggetti devozionali sono gli emblemi della confraternita di san Cataldo: sono tre grandi medaglioni che i confratelli portavano applicati sugli abiti o al collo durante le processioni. Simili nella forma e nella decorazione presentano alcune differenze stilistiche. Gli emblemi in argento lavorati a sbalzo sono di forma ovale e rappresentano san Cataldo con i consueti attributi vescovili – la mitria, il pastorale e il libro – ripreso nell’atto di benedire: in tutti gli esemplari il santo è rappresentato a figura intera, adagiato su nuvole e l’ampio piviale è liscio e morbido nel panneggio, mentre la veste appare leggermente punzonata.

A) Il primo emblema si distingue dagli altri due per la presenza di un nastro ondulato nella parte superiore, che conferisce maggior pregio all’oggetto. Il medaglione presenta il punzone con NAP coronato; la documentazione d’archivio rilevava un puntino sulla A di NAP, datandolo al XVII secolo. L’analisi attuale del pezzo non ha evidenziato questo particolare e per di più la corona del bollo appare assimilabile più agevolmente ad una in uso nel secolo successivo: per queste motivazioni si potrebbe datare al XVIII secolo.

B) Il secondo emblema più semplice per la mancanza del motivo decorativo del nastro, presenta la stessa impostazione. Il punzone inciso è NAP coronato con 789, il millesimo a tre cifre che indica l’anno di fabbricazione, quindi il 1789. I due emblemi recano molto visibile alla sinistra del Santo anche la cosiddetta “presa d’assaggio”, un’incisione a zig zag ripetuta due volte effettuata dal saggiatore per verificare la quantità d’argento presente nell’oggetto.

C) Il terzo medaglione ricalca il modello precedente nella resa stilistica del Santo, ma non presenta tracce di punzoni. Seguendo la documentazione d’archivio esso viene collocato cronologicamente nel XIX secolo, ma non potendo rilevare marchi dell’argentiere o bolli di nessun tipo è difficile confermarne la datazione.

Gli oggetti sono testimonianza della vivace presenza a Barletta della confraternita di san Cataldo almeno dalla seconda metà del XVIII secolo. Nell’800, i confratelli “marinai” gestirono direttamente la chiesa e provvidero anche al suo restauro e ad arricchirla di altari e suppellettili liturgiche di un certo pregio. Il periodo più florido fu sicuramente quello vissuto negli anni cinquanta-sessanta del XIX secolo, quando, come apprendiamo da Francesco Saverio Vista, commissionarono, insieme a “[…]un parato bronzo dorato finemente lavorato e ricchissime pianete colorate[…], il busto di san Cataldo, “bellissima e artistica statua di argento […] spendendosi la bella somma di ducati 10 mila”.