Ostensorio

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Autore /Ambito oreficeria napoletana
Datazione XVIII secolo
Materia/Tecnica argento sbalzato, inciso
Misure 64x21x15 cm
Marchi e stemmi NAP 786
Provenienza chiesa di san Cataldo
Descrizione L’ostensorio fa parte del prezioso tesoro della chiesa di san Cataldo, antica chiesa di vocazione marinara sita, come ci racconta Francesco Saverio Vista, “a capo quasi del molo antico”. L’oggetto liturgico utilizzato per l’esposizione eucaristica si inserisce nella tipologia a raggiera. Presenta una base conica, sinuosa nella forma, retta da quattro piedini a volute. La base è divisa in quattro settori con un raffinato motivo a girali che circondano un cartiglio ovale e termina nelle estremità laterali con due ampie volute che protendono verso l’esterno. Il fusto è sorretto da un globo dorato liscio rivestito nella parte inferiore da una serie di testine d’angelo: il globo è inciso con le raffigurazioni del sole da una parte, e della luna e delle stelle dall’altra. Segue il fusto formato da due dinamiche figure alate che si intrecciano e che reggono con le braccia il cuore fiammeggiante di Gesù da cui sgorgano tre gocce di sangue. Sul fusto figurato si innesta l’ampia teca accompagnata da raggi lanceolati di diversa dimensione, tesi a creare un maggiore effetto scenografico. La teca, con bordo mistilineo e ornata con motivo inciso a volute e foglie, è circondata da un tripudio di grappoli d’uva con ampie foglie di vite. Il fastigio, con un cartiglio decorato con un motivo vegetale, si conclude con tre spighe unite in basso da un nastro. L’ostensorio reca il punzone NAP seguito dal numero 786, quindi sappiamo che l’oggetto è stato realizzato in una bottega orafa napoletana nel 1786. Esemplari simili, in particolare con la doppia figura alata del fusto che regge il cuore infiammato, si ritrovano per esempio a Lucera nel Museo Diocesano, databile nell’ultimo quarto del XVIII secolo, un esemplare calabrese della cattedrale di S. Severina datato ai primi anni dell’800 e uno conservato nel tesoro di san Nicola a Bari, datato tra il 1805 e il 1873: questi ultimi confermano il perdurare degli stessi motivi decorativi anche nel secolo successivo.