Autore /Ambito | bottega napoletana |
Datazione | fine del XVIII secolo |
Materia/Tecnica | legno intagliato, argento inciso e meccato |
Misure | 110x65x55 cm |
Iscrizioni | BARUL.S F. D. ANTON.S LEONE PATRIT.S. |
Provenienza | cattedrale di santa Maria Maggiore |
Descrizione | Il busto ligneo rivestito in foglia d’argento raffigura san Giuseppe. Il santo è rappresentato con il bastone fiorito, simbolo della predilezione a sposo di Maria, mentre mancano altri attributi iconografici come il giglio simbolo della purezza e della giustizia, e gli arnesi da falegname, questi ultimi in realtà introdotti a partire dal XIX secolo. Il bastone è adagiato sul braccio destro portato al petto, mentre il sinistro è proteso in avanti. La leggera torsione del busto, la testa e gli occhi rivolti verso l’alto, la bocca semi aperta concorrono a sottolineare la profonda devozione di Giuseppe verso Dio e la sua azione mediatrice con il popolo dei fedeli. La volumetria piena del busto è completata dal morbido panneggio del mantello, stretto in vita da una cintura, che lascia scoperta la spalla destra. Il panneggio, che si appoggia morbidamente sul basamento, presenta una serie di fiori e racemi delicatamente incisi nel rivestimento d’argento che impreziosiscono la scultura. Spicca per il suo pregio artistico la resa anatomica del busto: sono evidenziati la muscolatura della spalla, la resa puntuale e mossa della capigliatura e della barba, le vene della mano sinistra e del collo che conferiscono un incredibile realismo alla scultura. Il busto poggia su una base lignea in argento meccato elegantemente decorata da una serie di fiori tra nastri e ampie foglie d’acanto poste ai lati del basamento. La statua è ulteriormente impreziosita da un’aureola removibile in argento lavorato a cesello e traforo che propone un fitto intreccio di volute e racemi. Incisa nel tondo centrale una dedica: BARUL.S F. D. ANTON.S LEONE PATRIT.S. La scultura, come anche l’aureola, può essere collocata cronologicamente nel XVIII secolo, opera di ottima fattura di un anonimo scultore di scuola napoletana. La presenza nella cattedrale di Barletta di una statua dedicata a san Giuseppe non deve stupire: la chiesa accoglie, infatti, una cappella dedicata al Transito di san Giuseppe che fu edificata a partire dal 1743 per volontà dell’omonima Congregazione e commissionata ad un membro della celebre famiglia napoletana dei Cimafonte, abili scultori del marmo. Dai documenti sappiamo che la cappella di gusto rococò, una delle poche superstiti dopo i restauri demolitori degli anni Trenta – Cinquanta del ‘900, era molto ricca e custodiva “molta argenteria in candelieri ostensory ed altro”. Inoltre, a circoscrivere ancora la datazione della statua agli ultimi anni del XVIII secolo, precisamente al 1796, vi è un curioso scritto tratto dalla cronaca di Camillo Elefante del 9 luglio 1797, in cui si legge: “Tempo nuvoloso, fresco, e disposto alla pioggia, che da tanto n’è caduta in quantità, e che non ha impedito la Processione colla statua nuova del Glorioso Patriarca S. Giuseppe, argentato il mezzo busto, e con Pedina dorata. La med:ma fù fatta l’anno passato in Napoli, ma non venne in tempo, ed in luogo di quella vi era d’argento con pedina dello stesso metallo, che in forza delle efficaci insinuazioni Sovrane per tutto il Regno per gli argenti superflui al Culto si mandò in Napoli alla Zecca, ed il valore della stessa si convertì in Capitale, obbligandosi la Regia Corte di pagare annualmente l’interesse alla ragione del 4 per 100. sino alla restituzione del med:mo, che si deve investire di nuovo in argento per uso della med:ma Chiesa, che l’ha prestata. Oggi come Seconda Domenica di Luglio si celebra la Solennità del Transito di d.o Santo nella Chiesa di S. Maria Maggiore. Per la 2° 7na la Conservazione in giro in Casa dè Sig.ri Bonelli” (tratto da Trascrizione della cronaca manoscritta di Camillo Elefante 1795-1798, in “Ricerche della Biblioteca, n. 27”, a cura di M. Filannino, V. Tupputi, I) |