Pianeta De Franci

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Autore /Ambito manifattura locale
Datazione prima metà XIX secolo
Materia/Tecnica raso di seta rossa, con inserzioni dipinte, ricamato con fili d’argento e d’oro e sete policrome
Misure 68,5×108 cm
Provenienza cattedrale di santa Maria Maggiore
Descrizione La pianeta, completa di stola, è tessuta in raso di seta cremisi e ricamata in oro con inserzioni di filati d’argento e di sete policrome solo nello stemma riportato sul retro e posto in basso al centro. Lo stemma: “spaccato, nel 1° d’azzurro chiaro al Cristo risorto con drappo crociato, nel 2° d’azzurro scuro alla torre merlata al naturale”. Va riferito a Gaetano Maria De Franci che, nato a Napoli il 6 febbraio 1763, viene nominato Arcivescovo di Trani da Ferdinando I il 10 gennaio 1822, confermato da Pio VII e consacrato il 21 aprile dello stesso anno; muore a Trani il 26 giugno 1847. È ricordato per aver fatto restaurare l’interno della cattedrale di Trani e per aver fondato nel 1844 l’ospedale nell’ex convento degli Agostiniani. Il manufatto è stato eseguito da artigiani locali durante il suo mandato, nella prima metà del XIX secolo e donato al capitolo della cattedrale di Barletta, che era sotto la giurisdizione della diocesi di Trani. La pianeta presenta la forma della casula romana, con scollo a V e riquadro a T sul davanti, ma rispetto al modello originario mostra una maggiore scorciatura nel punto di uscita delle braccia. Sul davanti, in basso, al centro, è ricamato uno scudo polilobato, decorato da una fitta reticella e completato in alto da due cornucopie contrapposte, anch’esse decorate da una rete, ma a maglie più larghe. Al di sotto dello scudo si dipartono due leggeri tralci fogliacei che riempiono la parte inferiore degli squadri laterali. Altri due tralci prendono l’avvio dalle cornucopie e si svolgono per tutto il campo dei fianchi destro e sinistro, arricchiti da foglie di vite e grappoli d’uva. A completare la simbologia eucaristica in alto, al centro, sono disposte a raggiera cinque spighe di grano. Il retro mostra, nella parte inferiore e centrale, una decorazione identica alla corrispondente parte frontale; in alto, però, il ricamo prosegue disegnando un motivo geometrico (sono presenti due elementi contrapposti a forma di accetta, ricamati all’interno da un motivo a reticella) arricchito da tralci e festoni fioriti. Lo scudo dello stemma De Franci, in basso, è sovrapposto a una croce a otto punte e inserito in una cornice biansata decorata all’interno da una rete di quadrati con piccoli fiori pentapetali al centro; sovrasta l’insegna araldica arcivescovile: un cappello cardinalizio verde, affiancato da cordoni intrecciati terminanti a quattro nappe. La stola, caratterizzata dalla presenza delle usuali tre croci, qui fogliate e raggiate, mostra accentuata la forma a tronco di piramide delle parti terminali; è decorata nello stesso stile della pianeta con un tralcio che si sviluppa continuo lungo tutto il campo del tessuto.                             Luigi Nunzio Dibenedetto