Ostensorio

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Autore /Ambito  ambito meridionale
Datazione XIX secolo
Materia/Tecnica argento a fusione, sbalzato, cesellato, rame dorato
Misure 78,6 cm
Provenienza cattedrale di santa Maria Maggiore
Descrizione L’ostensorio si inserisce nella tipologia a raggiera con fusto figurato, imponente nella sua lavorazione a sbalzo con parti dorate che creano un forte contrasto cromatico. Sollevato da quattro sinuosi piedini dorati da cui emergono testine d’angelo fra volute, il piede di forma ovoidale presenta una fascia ornata da elementi floreali entro nastri impreziosita alle due estremità da due piccoli angeli dorati in posizione seduta. Segue una sottile fascia perlinata su cui si innesta la parte terminale del piede decorata riccamente da volute e grande fogliame. Il fusto dorato è realizzato a tutta fusione con una figura alata con le braccia incrociate sul petto che poggia i suoi piedi su un globo dorato liscio rivestito nella parte inferiore da una fila di foglie d’acanto. La figura appare aggraziata nella posa, plastica nella resa del panneggio morbido e vaporoso. Sul suo capo si innesta direttamente il ricettacolo, la cui esuberante decorazione è una continua esaltazione del sacramento eucaristico, attraverso la scelta di elementi iconografici consueti. La teca circolare, infatti, è circondata da una fila di vetri rossi e verdi entro castoni a forma di fiore esapetalo e da una raggiera ornata a sbalzo da un complesso intreccio di teste d’angelo e nuvole su cui spiccano grappoli d’uva dorati; il ricettacolo è poi impreziosito da raggi lanceolati argentati e dorati. Il fastigio che chiude la decorazione è formato da una croce arricchita da una grande pietra centrale rossa, da raggi, da volute e da una serie di spighe di grano. Dalla tipologia delle decorazioni che ripetono modelli consolidati nell’oreficeria napoletana, l’ostensorio può essere datato al XIX secolo, anche se non sono stati rilevati punzoni che ci possano confermare questa ipotesi. L’utilizzo liturgico dell’ostensorio, che serviva per l’esposizione eucaristica, comincia a diffondersi con le processioni del SS. Sacramento e la devozione delle Quarantore; più avanti, si diffonde proprio il tipo “raggiato” dove chiara è l’identificazione simbolica dell’Eucarestia come il sole, come ci ricorda il versetto dei Salmi “in sole posuit tabernaculum suum”(18,6). Il Barocco con la sua esuberanza stilistica vede il trionfo di questi oggetti liturgici che diventano veri gioielli di scultura carichi di simbolismo e religiosità. L’ostensorio proviene dalla chiesa di santa Maria di Nazareth la cui storia millenaria è legata al Capitolo cattedrale di Barletta: fin dal XII-XIII secolo è attestata in città la presenza del clero nazareno di Galilea e successivamente nel XIV secolo la chiesa di Nazareth di Barletta divenne sede della metropolia nazarena, soppressa poi nel 1818 con la bolla Ulteriori che prevedeva un ridimensionamento delle diocesi; dieci anni dopo avvenne la fusione del Capitolo di Nazareth con quello di santa Maria di Barletta. Probabilmente in questa occasione molti oggetti liturgici facenti parte del tesoro nazareno confluirono in quello della cattedrale.