SCHEDA STORICA:
La città di Trani vanta il privilegio di avere legami forti e continui con la figura e l’opera di S. Annibale Maria fin dal 1907.
Nell’anno 1910 sono arrivate le Figlie del Divino Zelo e successivamente, nel 1930, i Padri Rogazionisti, entrambi fondati dal Di Francia. S. Annibale Maria è stato più volte a Trani, per un arco di tempo che abbraccia ben 16 anni (1910-1926). Sua Ecc.za Mons. Carrano (1907-1915), spinto da zelo apostolico per la salvezza delle anime, istituì nuove parrocchie per favorire la crescita della vita cristiana nei fedeli. Il suo pensiero predominante furono i bambini, la loro istruzione religiosa ma anche il loro più decoroso inserimento nella società.
Il 28 dicembre 1908 a Messina, dove risiedeva il Di Francia, il terremoto distrusse i locali in cui bambini e suore vivevano, ciò indusse il Fondatore a reperire ovunque dei locali ove accogliere gli orfani rimasti incolumi. La Puglia divenne la seconda casa per i bambini e le suore. Essi furono accolti a Francavilla Fontana e a Oria.
Mons. Carrano, già in corrispondenza epistolare col Di Francia per avere le suore e la sua opera a Trani, offrì i locali del Palazzo Carcano. Quando tutto fu pronto, il 29 marzo 1910, Mons. Carrano telegrafò a P. Annibale Maria: ‘Potete venire in nome del Signore’. Il 2 aprile si inaugurò l’Istituto Antoniano Femminile in Via Beltrani. Nella stampa del tempo si legge che l’avvenimento fu ‘una vera festa solenne, il cui ricordo rimarrà indelebile nella memoria di tutti’.
A Trani P. Annibale Maria e le suore misero in luce il comando di Gesù: La messe è molta, gli operai sono pochi! Pregate’ perché mandi operai nella sua messe. Le tante povertà esistenti richiedevano numerose persone consacrate, uomini e donne, quali buoni operai che si dedicassero a questa urgente opera di evangelizzazione e promozione umana.
Il carisma e l’attività apostolica delle Figlie del Divino Zelo esprimono questi due aspetti: la preghiera per le vocazioni al servizio del Vangelo e la testimonianza della carità per il servizio ai poveri. Le Figlie del Divino Zelo ben presto si dedicarono all’opera di evangelizzazione e catechesi presso la Chiesa di S. Francesco e ad avviare le ragazze al ricamo, cucito, maglieria. Nell’agosto 1910 a Trani scoppiò il colera, le vittime furono numerose. Le Suore aprirono le loro braccia alle orfane per strapparle all’abbandono, istruirle, educarle.
Nel settembre 1919 venne inaugurata la Casa su via Corato, ‘Villa S. Maria’, per le vacanze estive delle bambine e delle suore; attualmente è un Centro Giovanile Vocazionale. Nell’anno 1930 arrivarono i Padri Rogazionisti e anche loro si prodigarono per il bene dei piccoli e dei bisognosi. Man mano che le due comunità religiose crescevano, si potenziavano le loro capacità di servizio e accoglienza. Si rese necessario ampliare l’opera con una nuova sede in Via P. Palagano, per l’accoglienza di minori in difficoltà.
Il ricordo di P. Annibale Maria è rimasto vivo nella Chiesa e nella società tranese. Testimonianza concreta dell’affetto e della devozione che i cittadini di Trani nutrono per questa grande figura è il riconoscimento, da parte delle autorità competenti, di S. Annibale Maria ‘Cittadino Onorario’; gli è stata, inoltre, intitolata una strada.
Le Figlie del Divino Zelo hanno curato, presso l’Istituto, un piccolo museo dove si conserva l’arredamento della stanza personale, i cimeli e le reliquie dell’uomo di Dio. Sulla scia del loro Fondatore, le Suore e i Padri Rogazionisti continuano il lavoro intrapreso cento anni fa.
Negli ultimi anni l’Istituto Antoniano Femminile, in ottemperanza alle recenti normative dello Stato italiano e ispirandosi alle moderne acquisizioni in campo psico-pedagogico, si è trasformato in struttura di ‘Comunità educativa per minori’ e ‘Casa accoglienza «Mamma -Bambino»’, portate avanti con amorevole dedizione dalle Suore, in collaborazione con laici professionalmente preparati. Nonostante le mutate situazioni dei tempi, non è mutata la realtà della povertà, resa ancor più problematica dalle esigenze odierne e dalla precarietà economica e morale. I poveri che bussano oggi alla porta dell’Istituto provengono da situazioni di disagio economico, sociale, spirituale e morale, e non sono solo di nazionalità italiana, ma anche extra-comunitari.