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AMICIZIA CON GESÙ – La meditazione dell’Arcivescovo nella Giornata della Santificazione Sacerdotale Corato, 7 giugno, Oasi Nazareth

 

2024.06.07.Riflessione_Arcivescovo_Giornata_della_Santificazione_Sacerdotale

 

«Carissimi Fratelli Sacerdoti, oggi, nella Solennità del Sacratissimo Cuore di Gesù, celebriamo la Giornata della Santificazione Sacerdotale. Una giornata di preghiera suggerita dal Dicastero per il Clero (all’epoca Congregazione) e istituita il 25 marzo 1995 da San Giovanni Paolo II, perché la preghiera offerta per la santificazione dei Sacerdoti possa ottenere di riflesso il dono della santità di tutto il Popolo di Dio, a cui il loro ministero è ordinato. In effetti, il sacerdozio ministeriale è al servizio di quello comune di tutti i battezzati, che si attua concretamente nella risposta libera e gioiosa alla chiamata universale alla santità.

Il legame tra questa Giornata e la festa del Sacro Cuore suggerisce immediatamente la necessità di ritornare a contemplare il cuore del Maestro, a posare il capo sul suo petto tutte le volte che ne avvertiamo il bisogno, e di attingere continuamente al fiume di grazia e di misericordia che scaturisce dal suo fianco trafitto, per riscoprire la bellezza del ministero ordinato e ravvivare il dono ricevuto» (Dicastero per il Clero, Giornata della Santificazione Sacerdotale, 5 ottobre 2023).

Riscoprire la bellezza del nostro ministero e ravvivare il dono ricevuto domandano a ciascuno di noi di vivere l’esperienza dell’amicizia profonda con il Signore e posare il nostro capo sul suo petto, consapevoli delle stanchezze, delle delusioni o scoraggiamenti che ci accompagnano. Contemporaneamente, domandano di vivere l’esperienza di amicizia con Gesù e attingere al fiume di grazia e di misericordia che scaturisce dal suo fianco trafitto, consapevoli delle nostre mancanze.

In una lettera di Santa Caterina da Siena a fra Tommaso della Fonte, suo primo confessore, così leggiamo:

«questa cella è come un pozzo, che contiene l’acqua e la terra. […] la terra è la nostra miseria: conosciamo, infatti, che noi per noi stessi non siamo, e che riceviamo da Dio il nostro essere. Inestimabile e infuocata carità. Ci è data l’acqua viva, cioè la vera conoscenza della dolce e vera volontà di Dio, il quale non vuole altro che la nostra santificazione. Entriamo, dunque, nelle profondità di questo pozzo: standoci dentro, necessariamente avverrà che conosciamo noi stessi e l’amore di Dio per noi. Conoscendo noi stessi come coloro che per sé non sono, diveniamo piccoli e umili, ed entriamo così nel cuore di Gesù, ardente, consumato d’amore e squarciato dalla ferita, come una finestra senza imposte che non si chiude mai. E guardandoci dentro, con l’occhio della volontà libera che Dio ci dona, vediamo e conosciamo che egli altro non vuole che la nostra santificazione».

La santificazione, per ognuno di noi, passa attraverso l’amicizia con Gesù e, contemporaneamente, è quel riconoscimento della nostra povertà che ci permette di avvicinarci a Lui perché rinnovi e renda bello il nostro essere preti. È questo il percorso che fece il primo degli apostoli.

Pietro era stato destinatario di una scelta speciale da parte di Gesù: «Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa» (Mt 16,18); «Tu sei Simone… Ti chiamerai Cefa (che vuol dire Pietro)» (Gv 1,42). Questa, in qualche modo, è anche la storia della nostra vocazione, abbiamo ricevuto un nome nuovo, una missione, un compito particolare da realizzare nella storia della salvezza.

E Pietro gli disse: «Anche se tutti si scandalizzassero di te, io non mi scandalizzerò mai». Gli disse Gesù: «In verità ti dico: questa notte stessa, prima che il gallo canti, mi rinnegherai tre volte». E Pietro gli rispose: «Anche se dovessi morire con te, non ti rinnegherò» (Matteo 26,33-35).

Come ben sappiamo, Pietro rinnegò Gesù per ben tre volte e affermò: «Non conosco quell’uomo» (Mt 26,72).

A questo tradimento seguono le lacrime dell’apostolo e poi la riscoperta della bellezza della relazione con Gesù: dopo aver mangiato del pesce insieme ai discepoli, il Risorto gli domanda: «Simone di Giovanni, mi ami tu?» (Gv 21,16). Sentiamo queste parole rivolte a noi…

 

Amicizia con Gesù e dolore dei peccati

Santa Teresa d’Avila dice che è un’ingenuità supporre che «le anime con le quali nostro Signore si comunica in un modo che si crederebbe privilegiato, sono, nonostante ciò, così sicure di questo che non debbono mai più sentire la necessità di temere o di piangere i loro peccati». Il dolore e il riconoscimento dei propri peccati, dei propri errori, è qualcosa che riguarda ogni persona, perfino coloro che vivono esperienze mistiche particolari, certamente anche noi presbiteri.

«Dovete essere veramente testimoni di un modo diverso di fare e di comportarvi. Ma nella vita è difficile che tutto sia chiaro, preciso, disegnato in maniera retta. La vita è complessa, è fatta di grazia e di peccato. Se uno non pecca, non è uomo. Tutti sbagliamo e dobbiamo riconoscere la nostra debolezza. Un religioso che si riconosce debole e peccatore non contraddice la testimonianza che è chiamato a dare, ma anzi la rafforza, e questo fa bene a tutti. Ciò che mi aspetto è dunque la testimonianza. Desidero dai religiosi questa testimonianza speciale» (Papa Francesco, Svegliate il mondo, Colloquio con i Superiori Generali, 29 novembre 2013).

 

Conseguenza del peccato e di un amore ferito

Parliamo di un dolore che è naturale conseguenza di qualcosa che ci ha fatto del male, che ci ha feriti, e che ha lasciato un segno. Il peccato ferisce chi lo compie ma anche gli altri, l’ambiente e perfino il cuore di Dio, il cuore trafitto di Gesù crocifisso (cf. il peccato dei progenitori descritto nel capitolo 2 del libro della Genesi).

È conseguenza di un amore ferito. Soltanto chi ama veramente è capace di questo dolore. Una ferita che fa soffrire. Il suo abituale riconoscimento è possibilità di risalire alla sua origine: una storia di amore …che ancora continua!

 

Dal catechismo

  1. Che cos’è il dolore dei peccati?

Il dolore dei peccati consiste in un dispiacere e in una sincera detestazione dell’offesa fatta a Dio.

  1. Di quante specie è il dolore?

Il dolore è di due specie: perfetto, ossia di contrizione; imperfetto, ossia di attrizione.

  1. Qual è il dolore perfetto o di contrizione?

Il dolore perfetto è il dispiacere di avere offeso Dio, perché infinitamente buono e degno per se stesso di essere amato.

  1. Qual è il dolore imperfetto o di attrizione?

Il dolore imperfetto o di attrizione è quello per cui ci pentiamo di avere offeso Dio, come sommo Giudice, cioè per timore dei castighi meritati in questa o nell’altra vita o per la stessa bruttezza del peccato.

 

Anestesie al dolore

A volte si fa finta di niente, ci si anestetizza da questo tipo di dolore, oppure si opera una scissione tra dolore e peccato: si vive il peccato e apparentemente non si sente dolore. Come Davide e il suo peccato con Betsabea, e poi contro Uria, tutto il racconto del capitolo 11 del secondo libro di Samuele non indica alcun sentimento che accompagni le sue scelleratezze…

Nella prima epoca spirituale degli EE (cf S. Ignazio di Lojola), il demonio tenta in modo grossolano facendoci intravvedere i piaceri legati al peccato… altro che dolore! È una modalità di anestetizzare il dolore.

È vivere in modo inappropriato l’esperienza del peccato con il contenuto emotivo corrispondente: è come se uno prendesse tra le mani un ferro rovente e avvertisse una sensazione gradevole, mentre il tessuto della pelle irrimediabilmente viene danneggiato. O facesse del male ad una persona e fosse soddisfatto, contento, mentre l’altro soffre e viene umiliato. Tutto ciò non è normale, indica modalità masochistiche o sadiche, modalità problematiche!

È la sclerocardia, il cuore duro e insensibile che non sente dolore e, probabilmente, neanche vera gioia.

È l’accidia, ossia l’impantanamento nelle cose materiali, l’insensibilità alle cose dello Spirito e al dolore che consegue quando allo Spirito ci si chiude.

 

Abituale riconoscimento

L’abituale riconoscimento attiva l’esperienza del dolore là dove fosse stata messa a tacere. Questo dolore è opportunità: «Alla donna disse: Moltiplicherò i tuoi dolori e le tue gravidanze, con dolore partorirai figli» (Gen 2,16); «All’uomo disse: Poiché hai ascoltato la voce di tua moglie e hai mangiato dell’albero di cui ti avevo comandato: “Non devi mangiarne”, maledetto il suolo per causa tua! Con dolore ne trarrai il cibo per tutti i giorni della tua vita» (Gen 2,17). Non è un dolore/punizione ma aiuto per non dimenticare la propria dimensione creaturale.

L’abituale riconoscimento dei nostri peccati, è la via che ci porta ad avere la giusta consapevolezza di noi stessi: creature segnate in tanti modi dal limite e dal peccato:

  • Vita ansiosa che porta a percepire l’intervento di Dio come in ritardo, e ad allontanarsi dalla via del Signore senza tardare (Cf. Esodo, 32);
  • Vita bradicardica, o da bradipo, che porta a delegare ad altri quello che mi compete, rimanendo fermo nelle mie comodità dove mi trovo… (Cf. 2 Samuele, 11);
  • Vita irriconoscente che porta a reclamare qualcosa – dammi la parte che mi spetta; non mi hai mai dato – senza accorgersi che mi è stato già dato tutto – tutto ciò che è mio è tuo (Cf. Luca 15).

«Se diciamo di essere senza peccato, inganniamo noi stessi e la verità non è in noi. Se confessiamo i nostri peccati, egli è fedele e giusto tanto da perdonarci i peccati e purificarci da ogni iniquità. Se diciamo di non avere peccato, facciamo di lui un bugiardo e la sua parola non è in noi» (1 Gv 1, 8-10).

Questa consapevolezza, non deve portarci ad una bassa stima di sé. Non potremmo vivere in modo equilibrato e maturo se vivessimo con una disistima di noi: saremmo abitualmente male, tristi… Questo atteggiamento ci dona l’opportunità di avere una stima di noi fondata, questa volta, a partire dallo sguardo di Dio, uno sguardo misericordioso, capace di perdonarci troppo perché vede in noi creature preziose, sua immagine e somiglianza.

«Rendo grazie a colui che mi ha reso forte, Cristo Gesù Signore nostro, perché mi ha giudicato degno di fiducia mettendo al suo servizio me, che prima ero un bestemmiatore, un persecutore e un violento. Ma mi è stata usata misericordia, perché agivo per ignoranza, lontano dalla fede, e così la grazia del Signore nostro ha sovrabbondato insieme alla fede e alla carità che è in Cristo Gesù.

Questa parola è degna di fede e di essere accolta da tutti: Cristo Gesù è venuto nel mondo per salvare i peccatori, il primo dei quali sono io. Ma appunto per questo ho ottenuto misericordia, perché Cristo Gesù ha voluto in me, per primo, dimostrare tutta quanta la sua magnanimità, e io fossi di esempio a quelli che avrebbero creduto in lui per avere la vita eterna» (1 Tm 1, 12-16).

 

Per concludere

Dunque, l’abituale riconoscimento dei nostri peccati ci rimanda al Cuore di Gesù, al volto umano di Dio in Gesù di Nazareth. Il culto del Sacro Cuore ci aiuta a comporre la consapevolezza dei nostri peccati con la consapevolezza della misericordia di Dio, del suo sguardo che ci rende degni di fiducia.

Questa consapevolezza, è consapevolezza di perdono ricevuto e responsabilità di farci donatori di perdono quando celebriamo il sacramento della riconciliazione come ministri, ma anche nelle situazioni che accompagnano la nostra vita, le nostre relazioni, che domandano un cambiamento, una conversione nella direzione dell’amore, della fraternità.

Così diceva San Leopoldo Mandic: «Signore, perdonami se ho perdonato troppo. Ma sei tu che mi hai dato il cattivo esempio!». Seguiamo con coraggio questo cattivo esempio, con la consapevolezza dei nostri peccati che diventa consapevolezza del perdono abbondante ricevuto e responsabilità di vivere il perdono, abbondante, nei confronti dei fratelli.

 

La segnaletica del Calvario

In questo scritto di don Tonino Bello, troviamo delle indicazioni concrete per arrivare al cuore di Gesù, per maturare nel cammino di santificazione, riscoprire la bellezza del nostro ministero e ravvivare il dono ricevuto:

«Miei cari fratelli, sulle grandi arterie, oltre alle frecce giganti collocate agli incroci, ce ne sono ogni tanto delle altre, di piccole dimensioni, che indicano snodi secondari. Ora, per noi che corriamo distratti sulle corsie preferenziali di un cristianesimo fin troppo accomodante e troppo poco coerente, quali sono le frecce stradali che invitano a rallentare la corsa per imboccare l’unica carreggiata credibile, quella che conduce sulla vetta del Golgota? Ve ne dico tre. Ma bisogna fare attenzione, perché si vedono appena.

La freccia dell’accoglienza. É una deviazione difficile, che richiede abilità di manovra, ma che porta dritto al cuore del Crocifisso. Accogliere il fratello come un dono. Non come un rivale. Un pretenzioso che vuole scavalcarmi. Un possibile concorrente da tenere sotto controllo perché non mi faccia le scarpe. Accogliere il fratello con tutti i suoi bagagli, compreso il bagaglio più difficile da far passare alla dogana del nostro egoismo: la sua carta d’identità! Si, perché non ci vuole molto ad accettare il prossimo senza nome, o senza contorni, o senza fisionomia. Ma occorre una gran fatica per accettare quello che è iscritto all’anagrafe del mio quartiere o che abita di fronte a casa mia. Coraggio! Il Cristianesimo è la religione dei nomi propri, non delle essenze. Dei volti concreti, non degli ectoplasmi. Del prossimo in carne ed ossa con cui confrontarsi, e non delle astrazioni volontaristiche con cui crogiolarsi.

La freccia della riconciliazione. Ci indica il cavalcavia sul quale sono fermi, a fare autostop, i nostri nemici. E noi dobbiamo assolutamente frenare. Per dare un passaggio al fratello che abbiamo ostracizzato dai nostri affetti. Per stringere la mano alla gente con cui abbiamo rotto il dialogo. Per porgere aiuto al prossimo col quale abbiamo categoricamente deciso di archiviare ogni tipo di rapporto. È sulla rampa del perdono che vengono collaudati il motore e la carrozzeria della nostra esistenza cristiana. È su questa scarpata che siamo chiamati a vincere la pendenza del nostro egoismo ed a misurare la nostra fedeltà al mistero della croce.

La freccia della comunione. Al Golgota si va in corteo, come ci andò Gesù. Non da soli. Pregando, lottando, soffrendo con gli altri. Non con arrampicate solitarie, ma solidarizzando con gli altri che, proprio per avanzare insieme, si danno delle norme, dei progetti, delle regole precise, a cui bisogna sottostare da parte di tutti. Se no, si rompe qualcosa. Non il cristallo di una virtù che, al limite, con una confessione si può anche ricomporre. Ma il tessuto di una comunione che, una volta lacerata, richiederà tempi lunghi per pazienti ricuciture. Il Signore ci conceda la grazia di discernere, al momento giusto, sulla circonvallazione del Calvario, le frecce che segnalano il percorso della Via Crucis. Che è l’unico percorso di salvezza». (Don Tonino Bello, La segnaletica del Calvario)

foto di repertorio

L’ARCIVESCOVO NOMINA IL COLLEGIO DEI CONSULTORI

 

 

L’Ufficio diocesano della Cancelleria ho reso noto il decreto con il quale, in data 11 aprile 2024, l’Arcivescovo mons. Leonardo D’Ascenzo ha nominato il Collegio dei Consultori la cui durata è di cinque anni.

 

 

 

I componenti sono:

  • Cosimo Damiano DELCURATOLO
  • Francesco DELL’ORCO
  • Vincenzo DI PILATO
  • Leonardo DORONZO
  • Sabino MALDERA
  • Francesco MASTRULLI
  • Giuseppe PAVONE
  • Sergio PELLEGRINI
  • Leonardo SGARRA
  • Luigi TARANTINI

Nel decreto si legge:  «Il Vescovo, nell’esercizio del proprio ministero, si avvale dei sacerdoti “saggi collaboratori dell’Ordine episcopale e suo aiuto e strumento” (CONCILIO VATICANO 11, Costituzione dogmatica Lumen Gentium, 28) mediante vari organismi di partecipazione nei quali la natura sinodale della Chiesa si esprime a livello istituzionale. Tra questi assume una peculiare importanza il Collegio dei Consultori, previsto dal diritto universale per l’adempimento dei compiti determinati dallo stesso diritto, i cui membri sono nominati dal Vescovo tra i componenti del Consiglio presbiterale».

Prot. n. 1014-24 Decreto Collegio dei Consultori 2024

COSTITUZIONE DEL NUOVO CONSIGLIO PRESBITERALE DIOCESANO

L’Ufficio diocesano di Cancelleria ha reso noto il decreto, datato 25 marzo 2024, dell’Arcivescovo Mons. Leonardo D’Ascenzo di costituzione del nuovo Consiglio Presbiterale Diocesano.

Esso, come prevede il Codice di Diritto Canonico, è costituito da un gruppo di sacerdoti che, «rappresentando il presbiterio, sia come il senato del Vescovo; spetta al consiglio presbiterale coadiuvare il Vescovo nel governo della diocesi, a norma del diritto, affinché venga promosso nel modo più efficace il bene pastorale della porzione di popolo di Dio a lui affidata».

Esso consta di tre tipologie di componenti: membri di diritto, membri eletti, membri di libera designazione del vescovo.

Nell’Arcidiocesi di Trani le elezioni hanno avuto luogo il 29 febbraio u.s. Nel decreto, Mons. D’Ascenzo precisa che «tutti i sacerdoti, sia diocesani che religiosi, partecipano dell’unico sacerdozio di Cristo e lo esercitano in comunione col Vescovo quali cooperatori dell’ordine episcopale».

Di seguito la composizione dell’Organismo:

MEMBRI DI DIRITTO

  • Sergio PELLEGRINI, Vicario Generale
  • Emanuele TUPPUTI, Vicario Giudiziale
  • Cosimo Damiano DELCURATOLO, Vicario Episcopale per il Clero
  • Francesco MASTRULLI, Cancelliere arcivescovile
  • Davide ABASCIÀ, Rettore del Seminario diocesano

Membri eletti:

  • Dino CIMADOMO, Eletto dalla zona pastorale di Trani
  • Angelo DIPASQUALE, Eletto dalla zona pastorale di Barletta
  • Pasquale BOVIO, Eletto dalla zona pastorale di Bisceglie
  • Luigi TARANTINI, Eletto dalla zona pastorale di Corato
  • Domenico MARRONE, Eletto dalla zona pastorale ofantina
  • Cosimo Damiano FIORELLA, Eletto dall’assemblea generale dei presbiteri
  • Vito SARDARO, Eletto dall’assemblea generale dei presbiteri
  • Luigi TEDESCHI, Eletto dall’assemblea generale dei presbiteri
  • Domenico GRAMEGNA, Eletto dall’assemblea generale dei presbiteri
  • Francesco LA NOTTE, Eletto dall’assemblea generale dei presbiteri
  • Francesco MILILLO, O.F.M.Capp, Eletto dall’assemblea generale degli Istituti di Vita Consacrata e Società di Vita Apostolica
  • Sabino MALDERA, R.C.I., Eletto dall’assemblea generale degli Istituti di Vita Consacrata e Società di Vita Apostolica

Membri di libera designazione:

  • Francesco DELL’ORCO
  • Vincenzo Dl PILATO
  • Leonardo DORONZO
  • Vincenzo MISURIELLO
  • Giuseppe PAVONE
  • Leonardo SGARRA

L’Arcivescovo a chiusura del decreto afferma che «La presente nomina decorre dalla data odierna per la durata di un quinquennio. Con l’auspicio che questo organismo consultivo sia un’autentica espressione della comunione ecclesiale e presbiterale, porgiamo fervidi auguri di buon servizio apostolico».

Decreto composizione Consiglio Presbiterale

INTEGRAZIONE DEL CONSIGLIO PASTORALE DIOCESANO

L’Ufficio di Cancelleria comunica che Mons. Arcivescovo, a integrazione del decreto del 2 giugno 2023 (prot. n. 884/23) relativo alla costituzione del Consiglio Pastorale Diocesano, ha provveduto a nominare:

il Rev.do Sac. Vincenzo Di Pilato,
il Rev.do Sac. Vincenzo Misuriello,
la Gent.ma Sig.ra Maria Teressa Gattullo,

membri di libera designazione vescovile del predetto organismo di partecipazione diocesana a decorrere dall’11 gennaio u.s.

NOMINE DELL’ARCIVESCOVO

 

L’Ufficio di Cancelleria comunica che in data 1° gennaio 2024 Mons. Arcivescovo:

  • ha provveduto alla costituzione del CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE dell’Istituto Diocesano Sostentamento Clero per il quinquennio 01.01.2024-31.12.2028 così composto:

PRESIDENTE:           Can. Vito CARPENTIERE

VICEPRESIDENTE: Dott. Giuseppe LATTANZIO

CONSIGLIERI:           Can. Dino CIMADOMO

Sac. Francesco LATTANZIO

Can. Francesco DELL’ORCO

Can. Francesco Paolo DORONZO

Dott. Giuseppe CATAPANO

Ing. Antonio DI NUNNO

Avv. Francesco A. LOGOLUSO

 

  • ha provveduto alla costituzione del COLLEGIO DEI REVISORI DEI CONTI del medesimo Istituto per il quinquennio 01.01.2024-31.12.2028 così composto:

PRESIDENTE:         Rag. Francesco ABBATTISTA

COMPONENTI:        Sac. Domenico BRUNO

Rag. Giacomo CAIO

 

  • ha nominato:
  • il Rev.mo Sac. Matteo MARTIRE Referente diocesano per la FONDAZIONE “SAN NICOLA E SANTI MEDICI” ONLUS Fondo di Solidarietà Antiusura con sede in Bari
  • il Rev.do Sac. Pasquale QUERCIA Padre Spirituale del Gruppo U.N.I.T.A.L.S.I. di Bisceglie (Bt)

 

LE NUOVE NOMINE DELL’ARCIVESCOVO E L’ISTITUZIONE DEL PERCORSO DIOCESANO DI FORMAZIONE

 

Nella giornata del 29 settembre 2023, l’Ufficio diocesano di Cancelleria ha reso noti due  distinti documenti sottoscritti dall’Arcivescovo Mons. Leonardo D’Ascenzo, rispettivamente la “Comunicazione alla Chiesa diocesana alle nomine per alcuni incarichi pastorali”  e il decreto di istituzione del “Percorso Diocesano di Formazione” (PDF) con approvazione del relativo Regolamento.

Quanto alla prima, «all’inizio del nuovo anno pastorale, – scrive l’Arcivescovo in essa –  mi è gradito comunicare all’Arcidiocesi ulteriori nomine riguardanti incarichi pastorali e uffici al fine di garantire il bene della comunità diocesana e dei singoli fedeli – per concludere con –  …. Auspico che tutti i membri del popolo di Dio accolgano quanti sono stati nominati con stima e fiducia, sostenendoli con la preghiera e la fattiva collaborazione. A tutti auguro un proficuo lavoro apostolico per il nuovo anno pastorale!».

Le nuove nomine in vigore dal 1 ottobre:

  • Vincenzo DI PILATO, Responsabile Percorso Diocesano di Formazione (PDF)
  • Francesco LATTANZIO, Collaboratore dell’Ufficio diocesano per i Problemi Giuridici e Osservatorio Legislativo
  • Domenico BRUNO, Vicario Parrocchiale della parrocchia “Sacra Famiglia” in Barletta
  • Domenico Savio PIERRO, Vicario Parrocchiale della parrocchia “S. Andrea Apostolo” in Barletta
  • Gianni COLAMARIA, Cappellano Suore Piccole Operaie del Sacro Cuore (via Stendardi) in Trani
  • Mario Luciano SCIACQUA, Cappellano Suore Adoratrici del Sangue di Cristo in Trani Sac. Michele CIRILLO, Assistente Gruppo di Padre Pio sezione di Trani
  • Paolo SPERA, Assistente Gruppo di Padre Pio sezione di Bisceglie
  • Silvio CALDAROLA, Collaboratore presso la parrocchia “Beata Maria Vergine di Loreto” in Trinitapoli

 

Quanto al secondo documento, l’Arcivescovo decreta:

«La Chiesa diocesana intende assicurare uno spazio di formazione a beneficio di tutti i fedeli, in particolare degli operatori pastorali. Il 1° Sinodo Diocesano ha ribadito a riguardo che «è necessario curare una formazione sinergica tra presbiteri, diaconi, consacrati e laici a livello diocesano, zonale e cittadino» (Libro Sinodale, Costituzioni, 34); ha, pertanto, auspicato «la promozione di percorsi formativi comunitari e personali inseriti nel processo di animazione e formazione permanente della vita cristiana» (ibid.).

Si tratta di una proposta che si nutre del vivace dialogo e confronto con la cultura del popolo di Dio, tenuto conto che essa è «lo stile di vita di una determinata società, del modo peculiare che hanno i suoi membri di relazionarsi tra loro, con le altre creature e con Dio» e «comprende la totalità della vita di un popolo» (Francesco Esortazione apostolica Evangelii gaudium, 115).

La Chiesa, quindi, è in uscita se, tra le altre attività, ha a cuore la formazione dei suoi membri, chiamati ad essere discepoli missionari. Per questo ha cura che i percorsi formativi mirino «ad una condivisione dell’esperienza di fede che sappia annunciare e coinvolgere» (Libro Sinodale, Costituzioni, 34). Pertanto, Viste le indicazioni del Libro del Primo Sinodo Diocesano “Per una Chiesa mistero di comunione e missione” e l’esperienza acquisita negli ultimi anni attraverso la Scuola Diocesana di Formazione; Vista la necessità di adeguare la proposta formativa diocesana per gli operatori pastorali all’attuale sensibilità ecclesiale e alle sfide presentate dal contesto odierno; in virtù della Nostra potestà ordinaria, col presente decreto ISTITUIAMO il PERCORSO DIOCESANO DI FORMAZIONE e ne APPROVIAMO l’accluso Regolamento che entrerà in vigore ad experimentum per un quinquennio il 1° ottobre p.v.».

 

Di seguito i due documenti.

Prot.n.294-23-C1 Comunicazione alla Chiesa diocesana circa nomineper alcuni incarichi pastorali

Prot.n.938-23 Istituzione PErcorso Diocesano di Formazione e Regolamento


L’ARCIVESCOVO SCRIVE ALLA CHIESA DIOCESANA IN OCCASIONE DELL’INIZIO DELL’ANNO PASTORALE

Prossimi appuntamenti: Convegno diocesano (18-19-20 ottobre) – Percorso di Formazione (da novembre)

L’ARCIVESCOVO SCRIVE ALLA CHIESA DIOCESANA IN OCCASIONE DELL’INIZIO DELL’ANNO PASTORALE

Prossimi appuntamenti: Convegno diocesano (18-19-20 ottobre) – Percorso di Formazione (da novembre)

 

In occasione dell’inizio dell’anno pastorale 2023-2024, l’Arcivescovo mons. Leonardo D’Ascenzo, in data odierna, ha inviato una lettera alla Chiesa diocesana di Trani-Barletta-Bisceglie, di cui si propone il testo integrale. Due i prossimi appuntamenti di rilievo:

  • Convegno diocesano – 18 – 19 -20 ottobre 2023
  • Percorso di formazione (da novembre)

 

«Carissimi e Carissime,

muoviamo tutti insieme i primi passi nel nostro Cammino diocesano all’inizio del nuovo anno pastorale.

Siamo invitati a partecipare con la preghiera al Sinodo dei Vescovi dal titolo Per una Chiesa sinodale: comunione, partecipazione e missione che si svolgerà nel mese di ottobre.

Con le Chiese in Italia proseguiamo il Cammino sinodale che dopo il secondo anno dedicato all’ascolto, entra nella fase sapienziale per un «discernimento operativo che prepari il terreno alle decisioni» (Cei, Linee guida per la fase sapienziale, p. 5).

Le tre serate del Convegno diocesano (18, 19 e 20 ottobre) ci vedranno impegnati nel rinnovare la nostra consapevolezza di essere e vivere come corpo ecclesiale che, sfidato dal mondo presente, si impegna nella missione evangelizzatrice.

Nell’ascolto in questi anni di Cammino sinodale è emersa in modo chiaro la necessità di “formarsi” per corrispondere con sempre maggior docilità agli impulsi dello Spirito Santo nel nostro procedere sulla Via che solo Lui conosce veramente. Per questo, grazie al lavoro di programmazione degli Uffici e dei Servizi pastorali diocesani, sarà offerta a tutti una proposta formativa che avrà una scansione temporale in due fasi. La prima, che va da novembre a gennaio, ci vedrà impegnati nel Percorso Diocesano di Formazione (PDF). La seconda fase, che va da febbraio a giugno, sarà dedicata ai percorsi formativi specifici proposti dagli Uffici e dai Servizi pastorali diocesani.

Il Percorso Diocesano di Formazione prevede 2 incontri diocesani (venerdì 10/11/2023 e venerdì 12/01/2024) e 2 incontri zonali (domenica 26/11/2023 e domenica 10/12/2023). Come auspicato dal nostro Sinodo Diocesano e dalle Linee guida per la fase sapienziale gli incontri vissuti insieme tra presbiteri, diaconi, consacrati e laici rafforzeranno il senso di corresponsabilità tra tutti gli operatori pastorali.

Su ciascuna di queste iniziative, necessari punti di riferimento per tutti, riceveremo più precise indicazioni e materiale. Intanto chiedo di prendere nota di questi appuntamenti comunitari e di programmare le altre attività tenendo conto di queste date.

Nell’attesa di incontravi, vi benedico e vi assicuro la mia preghiera».

Alla Chiesa diocesana lettera inizio anno pastorale 2023-24


IL DECRETO DEL NUOVO CONSIGLIO PASTORALE DIOCESANO

IL DECRETO DEL NUOVO CONSIGLIO PASTORALE DIOCESANO  – Prot.n.884-23 Decreto Costituzione CPD

L’Ufficio diocesano di Cancelleria ha reso noto il decreto di S.E. Mons. Leonardo D’Ascenzo con il quale costituisce il nuovo Consiglio Pastorale Diocesano (CPD).

Nel  documento – recante la data del 2 giugno 2023, Solennità di S. Nicola il Pellegrino, Patrono dell’Arcidiocesi -, controfirmato anche dal Cancelliere diocesano don Francesco Mastrulli, L’Arcivescovo scrive «completate le procedure per la designazione dei membri costituenti il Consiglio Pastorale Diocesano a norma dell’art. 4 dello Statuto diocesano e degli artt. 2 e 5 dell’annesso Regolamento del predetto organismo di partecipazione; in virtù della Nostra Potestà Ordinaria, col presente decreto, costituiamo il Consiglio Pastorale diocesano  per il prossimo quinquennio così composto … Con l’augurio di adempiere fedelmente i delicati e importanti compiti affidati al Consiglio con sapiente discernimento, sempre illuminati dallo Spirito Santo, auguro ai membri un proficuo lavoro pastorale, affidandoli alla protezione della Beata Vergine Maria e dei Santi Patroni dell’Arcidiocesi di Trani – Barletta – Bisceglie».

Il CPD costituisce un importante organismo di comunione e corresponsabilità per la missione evangelizzatrice della Chiesa particolare con il compito di promuovere l’assunzione di decisioni e orientamenti saggi e prudenti in ambito pastorale da parte del Vescovo con la fattiva collaborazione di sacerdoti, religiosi e fedeli che con gradi diversi partecipano corresponsabilmente e attivamente alla missione della Chiesa diocesana.

Di seguito i componenti del Consiglio Pastorale Diocesano:

Sac. PELLEGRINI Sergio

Vicario generale,

Sac. DELCURATOLO Cosimo Damiano

Vicario per il Clero,

 

Mons. PAVONE Giuseppe

Moderatore di Curia,

 

Sac. LOPS Gaetano

Coordinatore della zona pastorale “S. Nicola il Pellegrino” di Trani,

 

Sac. DORONZO Francesco

Coordinatore della zona pastorale “S. Ruggero” di Barletta,

 

Sac. ABBASCIÀ Giuseppe

Coordinatore della zona pastorale “Santi Mauro, Sergio e Pantaleo” di Bisceglie,

 

Sac. MALDERA Antonio

Coordinatore della zona pastorale “S. Cataldo” di Corato,

 

Sac. GROSSO Nicola

Coordinatore della zona pastorale “SS. Salvatore, Madonna di Loreto, San Ferdinando Re” di Margherita di Savoia, San Ferdinando di Puglia e Trinitapoli

 

Sac. COLAMARTINO Fabrizio

Presbitero rappresentante del Consiglio Presbiterale,

 

Diac. DIELLA Antonio

Diacono permanente eletto della comunità dei diaconi permanenti della diocesi,

 

Padre MILILLO Francesco ofm cap.

Religioso eletto dalla Consulta diocesana per la Vita consacrata

 

Sig.ra CAMASTRA Palma

Consacrata eletta dalla Consulta diocesana per la Vita consacrata

 

Sig. NAPOLETANO Michele 

Rappresentante del Servizio diocesano di Pastorale giovanile

 

Sig.ra LOVREGLIO Anna Cinzia 

Rappresentante del Servizio diocesano di Pastorale giovanile

 

Sig. TRIDENTE Liborio

Membro della sezione Famiglia e Vita

 

Sig.ra ALBINO Felicia 

Membro della sezione Famiglia e Vita

 

Sig. MASTROGIACOMO Francesco

Membro rappresentante della Consulta per le Aggregazioni Laicali C.D.A.L.

 

Sig.ra GENTILE Barbara

Membro rappresentante della Consulta per le Aggregazioni Laicali C.D.A.L.

 

Sig.ra CASTALDO Giorgia

Rappresentante laico eletto dal Consiglio Pastorale Zonale

 della zona “S. Nicola il Pellegrino” di Trani,

 

Sig.ra PICCOLO Angela

Rappresentante laico eletto dal Consiglio Pastorale Zonale

della zona pastorale “S. Ruggero” di Barletta,

 

Sig. PANICO Carmine

Rappresentante laico eletto dal Consiglio Pastorale Zonale

 della zona “Santi Mauro, Sergio e Pantaleo” di Bisceglie,

 

Sig. CASCARANO Vitantonio

Rappresentante laico eletto dal Consiglio Pastorale Zonale

della zona “S. Cataldo” di Corato,

 

Sig.ra DE FACENTIS Annalisa

Rappresentante laico eletto dal Consiglio Pastorale Zonale

 “SS. Salvatore, Madonna di Loreto, San Ferdinando Re” di Margherita di Savoia, San Ferdinando di Puglia e Trinitapoli

 

Sig.ra STEFANACHI Stefania

Rappresentante eletta dell’ambito pastorale

Settore Profezia-Evangelizzazione

 

Sig. DE ROBERTIS Giuseppe

Rappresentante eletto dell’ambito pastorale

 Settore Liturgia e santificazione

 

Sig. LA NOTTE Luigi

Rappresentante eletto dell’ambito pastorale

 Settore Diakonia e Testimonianza della carità

 


L’ARCIVESCOVO ABROGA LE DISPOSIZIONI  ANTI COVID

L’ARCIVESCOVO ABROGA LE DISPOSIZIONI  ANTI COVID

In data odierna l’Ufficio diocesano di Cancelleria ha reso noto il decreto dell’Arcivescovo Mons. Leonardo D’Ascenzo con il quale sono abrogate tutte le precedenti disposizioni emanate al fine di contrastare e contenere il contagio da Covid-19.

Di seguito il testo del documento:

«Vista la lettera inviata dalla Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana ai Vescovi l’8 maggio u.s. che, a seguito dell’annuncio dell’OMS circa la fine dell’emergenza sanitaria pubblica legata al Covid-19, invitava al ripristino delle modalità consuete precedenti alla pandemia per tutte le attività ecclesiali, liturgiche e pie devozioni; in virtù  della Nostra Potestà Ordinaria, con il presente decreto, abroghiamo tutte le precedenti disposizioni in forma di decreto o di lettera circolare  emanate al fine di contrastare e contenere il contagio da Covid-19 e stabiliamo il conseguente ripristino, nelle modalità ordinarie,  di tutte le attività ecclesiali, liturgiche e devozionali  che non siano ancora state ristabilite espressamente da precedenti disposizioni. Si invitano, in modo particolare i presbiteri, a seguire i principi generali per l’ordinamento della celebrazione dell’Eucaristia e le norme per regolare le singole forme di celebrazione, custoditi nel Messale Romano e negli altri libri liturgici. Si tenga conto della possibilità dell’uso della mascherina per la visita ai malati fragili, anziani o immunodepressi. Si limitino, infine, le celebrazioni trasmesse in streaming a circostanze particolari e straordinarie».

Prot. 877-23 – Decreto abrogazione disposizioni Covid19

L’ARCIVESCOVO ABROGA LE DISPOSIZIONI  ANTI COVID

L’ARCIVESCOVO ABROGA LE DISPOSIZIONI  ANTI COVID

In data odierna l’Ufficio diocesano di Cancelleria ha reso noto il decreto dell’Arcivescovo Mons. Leonardo D’Ascenzo con il quale sono abrogate tutte le precedenti disposizioni emanate al fine di contrastare e contenere il contagio da Covid-19.

Di seguito il testo del documento:

«Vista la lettera inviata dalla Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana ai Vescovi l’8 maggio u.s. che, a seguito dell’annuncio dell’OMS circa la fine dell’emergenza sanitaria pubblica legata al Covid-19, invitava al ripristino delle modalità consuete precedenti alla pandemia per tutte le attività ecclesiali, liturgiche e pie devozioni; in virtù  della Nostra Potestà Ordinaria, con il presente decreto, abroghiamo tutte le precedenti disposizioni in forma di decreto o di lettera circolare  emanate al fine di contrastare e contenere il contagio da Covid-19 e stabiliamo il conseguente ripristino, nelle modalità ordinarie,  di tutte le attività ecclesiali, liturgiche e devozionali  che non siano ancora state ristabilite espressamente da precedenti disposizioni. Si invitano, in modo particolare i presbiteri, a seguire i principi generali per l’ordinamento della celebrazione dell’Eucaristia e le norme per regolare le singole forme di celebrazione, custoditi nel Messale Romano e negli altri libri liturgici. Si tenga conto della possibilità dell’uso della mascherina per la visita ai malati fragili, anziani o immunodepressi. Si limitino, infine, le celebrazioni trasmesse in streaming a circostanze particolari e straordinarie».

Prot. 877-23 – Decreto abrogazione disposizioni Covid19