LA PARROCCHIA DI SAN BENEDETTO RENDE PIU’ BELLA LA CITTA’
Lo scorso 5 dicembre è stata installata la monumentale scultura bronzea di san Benedetto.
L’opera dell’artista molfettese Giuseppe Samarelli (artista del crocifisso che ispirò don Tonino Bello per la stesura di “collocazione provvisoria”) va a completare il prospetto-sagrato della chiesa parrocchiale di san Benedetto, sul quale si affaccia anche la casa famiglia “Mons. Vincenzo Frezza” (parroco dal 1965 al 1992). L’opera è stata pensata sin da quando, ridisegnando il sagrato della chiesa negli anni 2004-2005, si predispose una colonna azzurra mosaicata, per poi, come ora avvenuto, posizionare la grande scultura bronzea, raffigurante il santo titolare della parrocchia e patrono d’Europa.
«Affinché il sogno divenisse realtà – per l’occasione ha dichiarato il parroco don Angelo Dipasquale – si è dovuto aspettare quasi 15 anni: diversi, infatti, gli ostacoli incontrati negli anni, per ultimo il Covid che ha rallentato e rimandato l’opera. La sua realizzazione è stata ripensata in occasione del 25° della dedicazione della chiesa (1994 -21 marzo- 2019)».
«L’opera fusa in bronzo, – specifica il sacerdote – così come le altre importanti sculture che abbelliscono l’aula liturgica e l’angelo sul campanile, raffigura san Benedetto in posizione orante e benedicente. San Gregorio Magno (540-604) ci ha lasciato una biografia santo di Norcia (480-547); in merito al suo pio transito così scrive: “Sostenendo le sue membra, prive di forze, tra le braccia dei discepoli, in piedi, colle mani levate al cielo, tra le parole della preghiera, esalò l’ultimo respiro”. Seppur monumentale nelle misure e nel peso, l’opera si inserisce perfettamente nel panorama cittadino, l’austerità del bronzo viene ammorbidita dalle pieghe che sembrano gonfiate dal vento e le lunghe maniche dell’abito monastico sembrano da un momento all’altro cominciare a muoversi».
L’opera, conclusione di un progetto, è stata proposta dal parroco don Angelo Dipasquale alla comunità parrocchiale, la quale è stata felice di poter contribuire alla sua realizzazione; celebrando, parimenti, un evento importante per ogni Chiesa: il 25° anniversario della Dedicazione della stessa chiesa, avvenuta il 21 Marzo 1994.
Durante tutto il periodo della realizzazione dell’opera, nell’aula liturgica, sotto lo sguardo di tutti è stato esposto il bozzetto; oggi non sembra vero che quel bozzetto abbia ceduto il posto all’opera reale e definitiva.
«È in programmazione – specifica don Angelo – una serata nella quale sarà inaugurato e benedetto il monumento; prima occorre completare alcuni dettagli: la sistemazione della parte sottostante la colonna e l’impianto illuminotecnico, interventi che andranno a valorizzare ancora di più la scultura di san Benedetto, la facciata neoromanica dell’edificio di culto e l’angelo rotante sul campanile, opera di Ernesto Lamagna, commissionato, quest’ultima opera, in occasione del grande Giubileo del 2000».
“Deus caritas est” “Dio è amore” (Gv 4,16) è la scritta incisa sulla colonna azzurra. La scelta della frase evangelica è stata favorita da altri due eventi storici : l’elezione a pontefice di Benedetto XVI (16.4.2005), scegliendo così lo stesso nome di Benedetto da Norcia e la pubblicazione della prima enciclica dello stesso pontefice dal titolo, appunto, “Deus Caritas est” (25.12.2005). Tali importanti straordinari riferimenti ecclesiali di portata storica hanno ancor di più confermato ed incoraggiato la costruzione dell’erigenda struttura-segno di attenzione al prossimo.
Aggiunge il parroco: «“I poveri e i pellegrini siano accolti con tutto il riguardo e la premura possibile, perché è proprio in loro che si riceve Cristo in modo tutto particolare” (regola di san Benedetto); è ancora e sempre il nostro santo patrono della parrocchia che ci invita a vivere il comandamento dell’amore, consegnatoci da Gesù. La maestosità e la materia con le quali si presenta e svetta l’opera su una strada principale della Città (Via R. Margherita) sia il costante e duraturo invito ad avere cura e premura della persona, aiutati, in questo, dall’operatività della Fondazione Lamacchia Onlus ed il volontariato dell’Unitalsi. Il modellato della imponente scultura di san Benedetto ci porti a guardare il cielo e a riscoprire quel “Deus caritas est” ci ricorda che la santità è possibile, per tutti. Non si è santi solo con una tunica ma si è santi anche con il proprio grembiule da lavoro, santi della porta accanto come piace ripetere a papa Francesco».