RICONOSCIMENTO PER DON MARIO PELLEGRINO SACERDOTE DIOCESANO FIDEI DONUM IN BRASILE. LA SUA OPERA IN UN ARTICOLO DI UNITINELDONO.IT
Domani, 7 luglio, alle ore 9.30, il Consiglio Comunale di Mirinzal (Brasile, Stato del Maranhao, diocesi di Pinheiro) gli consegnerà il titolo di cittadino onorario di Mirinzal per il servizio sociale che sta realizzando in questo municipio.
Nell’aprile scorso unitineldono.it ha pubblicato un ampio articolo, scritto da Sabina Leonetti, sul servizio pastorale reso dal sacerdote, dal quale è possibile rendersi conto della sua opera per il suo popolo, anche dal punto di vista sociale. Nel ringraziare unitineldono.it per l’autorizzazione alla pubblicazione, ne riportiamo ampi stralci
«Don Mario Pellegrino, fidei donum di Trani-Barletta-Bisceglie, racconta la sua esperienza missionaria in una zona immensa e lacerata da contrasti stridenti: per una stragrande maggioranza di poveri, il Vangelo è luce e speranza di riscatto.
Stato del Maranhão – cinque volte l’Italia – Nord-Est del Brasile: siamo due gradi sotto l’equatore, in Amazzonia, dove si alternano per sei mesi la stagione delle piogge a quella della siccità, con tratti densi di foresta, spiagge che si affacciano sull’Atlantico, vaste dune di sabbia bianca che creano paesaggi desertici, lagune di acqua dolce dove è possibile nuotare nei mesi invernali.
Nella diocesi di Pinheiro – comune con oltre 80 mila abitanti che si estende per quasi 1500 Km quadrati, grande quasi quanto la nostra Calabria – da 24 anni è fidei donum dell’arcidiocesi di Trani Barletta Bisceglie don Mario Pellegrino, classe 1963, nativo di Lecce ma cresciuto a Bisceglie.
“Raccontare la mia esperienza – esordisce don Mario – è sempre difficile, perché l’America Latina e l’Europa sono molto distanti, e non solo geograficamente. La gente qui vive semplicemente – continua – e spesso è sfruttata dai governi”. È recente il servizio di un tg nazionale della rete “Nova Record” sulla triste realtà di oltre 200 persone della nostra diocesi che vivono con le mani nella spazzatura, per strappare tutto ciò che può essere venduto, sfamare le loro famiglie e ripescare tra i rifiuti prodotti da riciclare. In un contesto con forti disuguaglianze economiche e sociali, questo scandalo è un segno drammatico di un modello economico che concentra le ricchezze nelle mani di pochi privilegiati e lascia gli scarti a moltitudini condannate ad essere “scartabili”. La maggior parte delle famiglie vive in case povere, percorrendo strade non asfaltate e poco illuminate, senza rete idrica e fognaria.
La popolazione della diocesi pinherense abita per lo più villaggi sprovvisti dei servizi più elementari: nella stagione delle piogge diventano irraggiungibili a causa dello straripamento dei fiumi e bisogna muoversi a piedi, in moto, in canoa. La Chiesa di Pinheiro si sforza di stare dalla parte degli ultimi e di parlare il linguaggio della speranza e della liberazione da tutte queste schiavitù, cercando di incamminarsi con la gente verso il rispetto dei diritti”.
Don Mario attualmente è parroco della chiesa del Divino Spirito Santo, nella città di Mirinzal, costituita da una chiesa matrice e da 25 comunità ecclesiali di base, sparse nei vari villaggi, che sono divisi per settori. Guidato dalla logica del “vedere – illuminare – agire”, il missionario ha avviato, nel corso degli anni, varie attività sociali in campo agricolo, sanitario ed educativo, tra cui la realizzazione di una scuola dell’obbligo a Santa Helena, con i contributi dell’arcidiocesi di Trani.
“Abbiamo corsi di approfondimento biblico e di formazione sociale aperti a tutti gli animatori di comunità – spiega –. Cerchiamo di tenere i giovani lontani dalle piaghe della droga, della prostituzione e dell’alcolismo, attraverso attività che mirano a frenare il fenomeno migratorio verso la capitale St. Louis”.
Le comunità ecclesiali di base dei villaggi sono visitate periodicamente dal parroco, da tre suore che lavorano nella parrocchia di Mirinzal e dai laici del posto nel fine settimana.
Don Mario ha il cuore che arde del sogno di Dio e di passione per il Regno. Sempre in cammino, anche in condizioni meteo avverse, le sue braccia sono sempre aperte verso i fratelli che incontra. La maggior parte di questi sono poveri, visto che il sistema sociale in cui vive è formato per un 20% da gente che vive decentemente (con una piccola minoranza di ricchi), per un 30% di poveri che cercano di sbarcare il lunario e per un 50% di poverissimi, che alzano al cielo solo un grido soffocato. (…)
“Attraverso il contatto quotidiano e la riflessione mensile con gli animatori dei villaggi – riprende don Mario – cerchiamo di conoscere meglio il territorio e le sue risorse. La nostra finalità è di ridurre al massimo l’assistenzialismo e legare la solidarietà alla giustizia: vogliamo educare la gente a scoprire le cause che generano le varie forme di povertà e insieme eliminarle. Abbiamo aperto un “Centro di ascolto” dedicato soprattutto a chi ha problemi di droga e alcool e alle famiglie disgregate (ci sono molte ragazze madri). Con il progetto proJovem organizziamo corsi di musica (chitarra, tastiera e batteria), animazione teatrale, danza, informatica, artigianato, attività sportive e cineforum. Stiamo allestendo un progetto per il recupero scolastico dei ragazzi in difficoltà e anche il progetto “ludolandia”, per educare i ragazzi al senso civico attraverso il gioco. Sosteniamo micro-realizzazioni, come la costruzione di cappelle e sale della comunità nei villaggi, o di forni comunitari. Con il restauro e l’acquisto di attrezzature, cerchiamo di scavare pozzi d’acqua dove manca.
Evangelizzazione qui significa anche pensare alle necessità materiali della gente, per ridare fiducia nella vita e restituire la dignità di figli di Dio”».