In occasione della Giornata Mondiale della Vita Consacrata (2 febbraio 2024 nella Festa della Presentazione del Signore), giovedì 1 febbraio 2024, a Corato, presso la parrocchia Santuario Madonna delle Grazie, si è vissuto il momento diocesano dell’evento con la celebrazione eucaristica presieduta dall’Arcivescovo mons. Leonardo D’Ascenzo. Il rito ha visto la partecipazione di numerosi consacrati e consacrate provenienti dai sette centri che compongono.
«Questo che stiamo vivendo – ha proferito l’Arcivescovo nella sua omelia – è un momento bello! Tutti insieme ringraziamo Dio per il dono della vita consacrata. Lo faccio anche a nome della nostra Chiesa diocesana. Un grazie a tutti e tutti voi per questa vostra presenza! Per il vostro camminare nella comunità diocesana; per avere accolto le indicazioni di questo tempo connotato dal cammino sinodale nel quale riconosco che siete presenti e coinvolti come consacrati. (…) La vostra presenza oltre ad arricchire la comunità che cammina insieme è un ulteriore opportunità e condizione favorevole affinché tutti insieme si possa ascoltare quello che lo Spirito Santo vuole suggerirci. (…) Voi attraverso la professione dei consigli evangelici, i voti di povertà, obbedienza e castità vivete una vita, una testimonianza che è importante per ogni battezzato perché dite che il centro della mia vita non sono io, ma esso è fuori di me, è Dio e gli altri. Voi testimoniante che la vita è tutta vissuta per Dio e gli altri e nella misura in cui si vive questa logica si da testimonianza poi della bellezza della povertà, dell’obbedienza e della castità! Questi tre voti prendono alimento, forza, luce dal vivere per il Signore e per gli altri. Vorrei chiedere al Signore che possiate sempre vivere come Simeone e Anna, capaci di riconoscere la presenza di Gesù, in un contesto in cui si fa fatica ad andare in questa direzione».
Al termine della liturgia, poco prima della benedizione finale, ha preso la parola Suor Mimma Scalera, Delegata episcopale per la Vita consacrata, che, a nome dei presenti, ha rivolto queste parole:
«Con la Festa della Presentazione di Gesù la Chiesa celebra l’incontro tra Gesù e l’umanità, generando spiragli di luce anche se spesso il male sembra prevalere sul bene. Gesù è la luce per la salvezza di tutti i popoli. Questa festa ci richiama ad avere uno sguardo, che deve spingerci lontano e ad allargare le braccia, accogliendo tutti. E’ un’accoglienza che ha solide basi nel Vangelo e spazza dinanzi la superficialità e l’indifferenza della nostra società.
L’incertezza geopolitica che domina su scala globale legata alla crisi climatica e alle guerre, determinate dai conflitti in atto, ha notevoli ripercussioni sulla nostra vita. Gli alti costi dell’energia prodotta per la maggior parte dai fossili condiziona la vita della Chiesa tutta e delle nostre singole comunità. Ci sono tante sfide che ci interpellano a cominciare dall’intelligenza artificiale, che determinerà la vita già nel prossimo lustro. Di qui l’impegno a lavorare insieme, condividendo l’esperienza ecclesiale per costruire un bene comune nella società, che non è nostra dirimpettaia, ma fa parte di noi.
Come Chiesa non possiamo rimanere tranquilli e in attesa, chiusi in cammini che non lasciano penetrare l’azione di Dio e che offuscano l’evangelizzazione. Siamo chiamati e chiamate ad essere in costante movimento, spinti dallo Spirito Santo, motore dell’evangelizzazione, superando ogni forma di singolarismo per realizzare il Vangelo della misericordia e immetterci nell’itinerario della speranza, tema fondante del prossimo Giubileo.
Noi tutti e tutte siamo nella Chiesa una profezia. Profezia che al pari di Anna e Simeone oltre ad attendere, deve proiettarsi versi il futuro, non solo sognando una Chiesa sinodale che cammina insieme come pellegrina del Vangelo, ma che è anche vicina alle povertà del mondo ed è capace di annunciare con coraggio il Vangelo.
Ringraziamo lei, Eccellenza, perché è accanto a noi in questo percorso di discernimento pastorale per cogliere le vie della nuova evangelizzazione, avvertendo anche la fatica della trasformazione.
A Maria Santissima, donna piena di grazia ci rivolgiamo, perché possa indicarci la strada per essere profeti di un mondo nuovo».
Di particolare interesse è stata la danza interculturale effettuata da un gruppo di suore. Mons. D’Ascenzo ha ricordato due consacrate, suor Paola Pizzi e Madre Maria Palumbo, da poco decedute.