L’introduzione dell’Arcivescovo «Il Cammino sinodale che stiamo percorrendo con le Chiese che sono in Italia, – così ha esordito mons. D’Ascenzo dinanzi ad un uditorio di quasi 1000 persone – dopo la fase narrativa o dell’ascolto e quella sapienziale o del discernimento, ha iniziato la fase profetica. È il tempo che vivremo con l’impegno di tradurre in scelte evangeliche quanto abbiamo maturato negli ultimi anni».
E leggendo un passaggio dell’omelia del Papa in Piazza San Pietro del 2 ottobre, all’apertura dell’Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei Vescovi, ricorda il significato più profondo del Sinodo, quale cammino per sapere riconoscere il progetto di Dio come singoli, come comunità, come chiesa.
È un cammino che sa tanto di pellegrinaggio sostenuto dalla preghiera e dall’ascolto dalla Parola di Dio e con l’impegno di purificare la mente e il cuore: «La crescita e i cambiamenti – ha aggiunto l’Arcivescovo – se non partono dalla conversione dei cuori saranno solo apparenti, di breve durata e, quindi, inutili per la vita della Chiesa».
Anima del cammino sinodale è stata la Conservazione nello Spirito! Un’affermazione che si trova nella relazione preparata dalla nostra diocesi alla fine dell’anno pastorale 2023/2024. A proposito aggiunge l’Arcivescovo: «La conversazione nello Spirito è riconosciuta, a livello diocesano, nazionale e di Chiesa universale, un metodo molto fecondo che facilita la partecipazione di tutti. C’è da dire che alcuni, molto pochi in verità, criticano questa modalità. In genere sono coloro che in passato erano abituati a monopolizzare gli incontri. Nella conversazione non trova spazio la competizione, la disputa, la discussione dove le parti entrano in concorrenza, cercano di prevalere con il loro punto di vista, cercano di vincere. È evidente che, se qualcuno vince, qualcun altro perde. Nella conversazione, invece, si è tutti sullo stesso piano e si interviene condividendo, versando in uno stesso corso quello che lo Spirito suggerisce ai cuori purificati e convertiti con l’intenzione di creare fraternità e con la consapevolezza che il vero protagonista è Lui. È percepita come una vera e propria esperienza spirituale.
In questa direzione continueremo a camminare». Inoltre, «perché ciò avvenga c’è una condizione: che ci liberiamo da quello che, in noi e tra noi, può impedire alla “carità dello Spirito” di creare armonia nella diversità. Non è in grado di sentire la voce del Signore chi con arroganza presume e pretende di averne l’esclusiva (cfr Mc 9,38-39). Le soluzioni ai problemi da affrontare non le abbiamo noi, ma Gesù … Ciascuno, qui, si sentirà libero di esprimersi tanto più spontaneamente e liberamente, quanto più percepirà attorno a sé la presenza di amici che gli vogliono bene e che rispettano, apprezzano e desiderano ascoltare ciò che ha da dire.
Non c’è maggioranza, minoranza; questo può essere un primo passo. Quello che importa, quello che è fondamentale è l’armonia, l’armonia che può fare solo lo Spirito Santo. È il maestro dell’armonia, che con tante differenze è capace di creare una sola voce, con tante voci diverse». E avviandosi alla conclusione, mons. D’Ascenzo richiama l’evento di Pentecoste: «Il brano biblico della Pentecoste è icona di riferimento per la fase profetica, per l’anno pastorale che andiamo a cominciare. Nel commento a questo testo che ci viene proposto dai Lineamenti (CEI, Lineamenti. Prima Assemblea sinodale delle Chiese che sono in Italia, Roma 15-17 novembre 2024), si evidenzia che Gesù promette al gruppo degli Apostoli la forza dallo Spirito Santo. È un gruppo sfaldato e ferito dal tradimento quello che viene radunato e inviato per la missione. Un gruppo che insieme ad alcune donne e a Maria è perseverante e concorde nella preghiera, condizione necessaria per aprirsi al dono dello Spirito. È Lui, lo Spirito, il grande protagonista della vita e della missione della Chiesa».
A chiusura la richiesta che «tutte le parrocchie si impegnino nella crescita della dimensione caritas e provvedano anche ad avere una organizzazione che permetta di offrire ascolto, aiuto, impegno concreto verso coloro che si trovano a vivere le tante forme di povertà»; e il ringraziamento al Gruppo di coordinamento pastorale e all’Equipe del Percorso diocesano di formazione.
17 ottobre 2024, Trani, parrocchia San Magno
LA PENTECOSTE
ICONA DELLA FASE PROFETICA
